Osterie d’Italia guida 2015

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Celebrano il venticinquennale della loro edizione, le osterie d’Italia con la guida 2015, e giustamente i suoi curatori, Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni,  lo riportano nella prefazione, costituita per la massima parte da estratti di una dozzina di annate, dal 1991 al 2012. Prima i ringraziamenti agli oltre 400 collaboratori , un cenno alle radici, alla storia, per un breve scritto dai toni misuratamente celebrativi.

Toni misurati anche per  la nostra provincia, un paio di novità con il Tamì di Collio in Valtrompia e l’ingresso della storica Trattoria del Gallo a Rovato in Franciacorta, 24 i locali recensiti contando i tre –Trattoria del Muliner , Al Porto,  Locanda al Lago – compresi nel capitolo dedicato alle Acque dolci di Lombardia e  l’Antica Trattoria alle Rose nell’appendice oltre le osterie, per un insieme che ricalca fedelmente il contenuto della guida 2014. Da parte  mia rischio identica sorte cercando di commentare quanto riportato. D’istinto, sono oltre 140 i produttori bresciani sfilati nella rubrica del venerdì a loro dedicata sulle pagine locali del Corriere della Sera, vorrei ancora segnalare il divario tra l’abbondanza di materie prime, non dico sempre di facile reperibilità, e la penuria di locali che le utilizzino e valorizzino. Direi che ormai è ora di tacere su una «dimenticanza» in tale senso, dimenticanza operata all’interno delle mura cittadine che attualmente, specie nel confronto con la provincia, escono tristemente sconfitte. La sensazione che i pochi locali del centro storico, due quelli presenti in guida, vivano ormai in una sorta di limbo. Del resto sono convinto che in questo noi bresciani abbiamo le nostre belle responsabilità.

Se qualche segno positivo si coglie è al di fuori del capoluogo, probabilmente un paio di locali saranno «pronti» per la prossima edizione delle osterie d’Italia, non è del tutto consolatorio, sempre a mio avviso, potersi a ragione vantare della presenza di realtà come la Dispensa Pani e Vini, Le Frise**, La Madia o l’Osteria della Villetta. Nel mio peregrinare, che non ha certo i ritmi di un tempo, e limitandomi ai locali presenti nella guida 2015, quest’anno ho avuto belle sensazioni visitando oltre a un paio di nomi del quartetto appena citato, L’Osteria di Mezzo a Salò e La Miniera a Tignale.

** Doveroso informare che attualmente l’accesso alle Frise è reso problematico da una grossa frana causata dalle avversità meteorologiche delle scorse settimane, leggete per maggiori informazioni quest’articolo dal titolo La terra fa acqua da poco pubblicato sul sito della Fondazione SlowFood per la Biodiversità.

Oltre alla guida cartacea esiste una versione digitale disponibile sia su App Store che su Google Play

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