Incontro con Matteo Festa dell’Azienda Agricola San Giovanni – o la follia del Grana Padano … seconda parte …

Matteo ha mantenuto la promessa e, scovata in magazzino una forma “dimenticata”, ce ne porta una metà. Vorrei approfondire il discorso sugl’insilati (spesso demonizzati in modo indiscriminato) che le sue mucche mangiano, sull’erba medica essiccata che prende nel mantovano per integrarne la dieta, ma il concerto – vero motivo che l’ha spinto a Brescia – ha la meglio.

Affondo la “goccia” nel cuore giallo paglierino intenso e stellato per staccarne una grossa scaglia. Subito un profumo di burro fuso e fieno speziato ci riempie le narici.

In bocca granuloso saporito persistente… buono!

… otto euro per un kilogrammo …

11 commenti Aggiungi il tuo

  1. Carlos Mac Adden ha detto:

    Mi preme ribadire che il prezzo da te indicato è frutto di una situazione paradossale del mercato, ed è quello a cui i produttori, specie quelli piccoli/medi, devono adattarsi per riuscire a vendere il loro prodotto. Siamo giunti a una situazione, il paradosso del titolo, in cui la distribuzione ha quasi azzerato i margini dei produttori, con consumatori finali abituati a prezzi di quella dimensione senza più curarsi, o curandosene poco, della validità del prodotto. Il dramma, vero per molti alimenti, è che si costruiranno i riferimenti organolettici di una generazione su prodotti realizzati per assicurare margini e/o vendibilità … e non per rappresentarne le caratteristiche di tipicità, identità territoriale, pregio organolettico, salubrità …

    1. Matteo Festa ha detto:

      Son d’accordo, è proprio così c’è poco o nulla da aggiungere alle parole da lei scritte.

      Ma la soluzione, o per meglio dire il percorso da intraprendere per uscire da questa situazione di stallo, qual’è?

      (so che è una domanda da 1000000 di $, ma la butto li provocatoriamente 🙂 )

      1. Federico Bellagente ha detto:

        Una strada potrebbe essere quella di produrre un padano “Super”
        un po’ quello che è stato il “Vacche Rosse” per il reggiano. Non più politica di prezzo ma di Prodotto.

  2. federicobellagente ha detto:

    ….Carlos non dobbiamo stancarci di ribadire questi concetti!!!!!

  3. liloni adriano ha detto:

    lo voglio!

  4. liloni adriano ha detto:

    Carlos te lo pago guarda se riesci a procurarne qualche chilo…..per domani…si lo so e’ tardi!

  5. Carlos Mac Adden ha detto:

    Riprendo il discorso dalla domanda/provocazione fatta da Matteo Festa. Uno dei possibili cammini, certo non risolutivo da solo, è quello della distribuzione alternativa, ossia di quei percorsi che non siano GDO: negozi tradizionali selettivi (gastronomie, rivendite di salumi e formaggi), spacci aziendali, GAS (gruppi di acquisto solidali), ristorazione attenta e realtà analoghe in paesi esteri. In altri termini di quelle realtà distributive o di acquisto che non hanno il prezzo come unico o principale parametro di scelta. Questa modalità, o parte di essa, potrebbe poi essere incentivante per una scelta come quella prospettata da Federico nel suo intervento: la realizzazione di “riserve” partendo da un’alimentazione dedicata e proseguendo in una filiera attentamente curata. Non è certo rilevante a fini statistici ma questi post hanno di fatto suscitato interesse: dal “lo voglio” di Adriano Liloni (il prossimo anno?) alla titolare di un negozio milanese che seleziona salumi, formaggi, conserve con estrema cura e che ci ha chiesto le coordinate del Caseificio San Giovanni.

  6. liloni adriano ha detto:

    mi interessa prima dell’anno prossimo…la rivalutazione del grana e’ importante…..

    1. Carlos Mac Adden ha detto:

      Gireremo la tua bella richiesta al diretto interessato. Grazie per i tuoi interventi Adriano.

    2. Matteo Festa ha detto:

      Scusate se rispondo lentamente. “nicchizzare” ulteriormente il
      prodotto, trovare del Padano prodotto con il latte di una sola stalla e affinato così a lungo e già cosa rara, potrebbe essere una via. Farsi conoscere e spiegare alla gente ciò che si fa è importante, ma spesso non sufficiente: manca la capacità, e la voglia, delle persone, non tutti fortunatamente, di apprezzare un determinato tipo di prodotto…

      Noi nel frattempo continueremo a fare del nostro meglio!!

      @Adriano: Quando vuoi!! 😉

  7. Carlos Mac Adden ha detto:

    La quantità di post e, credetemi, l’interesse suscitato ed espresso con altre modalità attorno a questo argomento dimostra per un verso quanto sia sentito e per un altro quanto la maggior parte dei consumatori sia “all’oscuro” su tante situazioni. Ribadisco, Matteo, che la mancanza di voglia e di capacità non si manifesti solo nei confronti del Padano ma sia diffusa, quanto meno, a tutto il comparto agroalimentare. Più passa il tempo e più diventa difficile recuperare il “valore” di alcuni prodotti, d’altro canto alcuni episodi, sempre meno isolati, fanno capire che siamo vicini a veri e propri “punti di rottura” e che certe politiche produttive e distributive, che chiamare disinvolte è far loro grazia, inizino a mostrare ampiamente la corda. Certo un periodo di ristrettezze economiche non è certo il più facile per dei rilanci ma alternative non ne esistono.

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