Una giornata di passione terrena – II parte

Nel motore dei motori di ricerca, Google, se inserisci la parola prisecco lui, correttamente, ti suggerisce che forse stai commettendo un errore, forse volevi digitare Prosecco … ma se insisti, perseverare autem diabolicum, ti sciorina “circa 17.200 risultati”. E scopri che il prisecco, la minuscola è ancora una volta voluta, è un soft drink fatto in Germania, una bibita insomma anche se imbottigliata con tappo e gabbietta. Al raduno dei sovversivi, invece,  Prosecco è un inno alla ricerca,alla passione: le  versioni provate mi hanno, in modo diverso, colpito per intensità, complessità, unicità. Fianco a fianco trovo Luca Ferraro, Bele Casel, e il suo Prosecco di Asolo Colfòndo. Bevuto torbido coi suoi lieviti regala emozioni: naso agrumato, crosta di pane, in bocca secco, complesso. Di lato la, permettetemi, deliziosa,  Alberta Follador: ci dice che il futuro del suo vino, ora proposto in diverse tipologie, sarà unico, con fermentazione in bottiglia. Il caldo e la grande bevibilità della proposta,  bevibilità frutto di un altrettanto grande equilibrio che fonde freschezza e sapidità, mi fanno tornare una seconda volta al suo banco. Dalla parte opposta Carolina Gatti Luna e il “biodinamico” Prosecco Surlie, ancora sorpresa, ancora sapidità, lieviti, sentori agrumati. Speriamo sia questo il futuro di un vino che tanti altri produttori propongono facile facile, naso educato di mela e morbidezze per non incutere malaugurati timori …

     

Un poco più in là si ritorna in provincia di Brescia, Elena Parona, o il Chiaretto dal naso più intrigante della giornata. Già ne parlavo nel post dedicato alla rassegna Italia in Rosa, colpisce in questo vino l’apertura ricca di pesca bianca e leggeri fiori di sambuco: che abbiano aggiunto del sauvignon a nostra insaputa? Con garbo, con discrezione, Elena ci rassicura, niente aggiunte, ci mancherebbe, al classico uvaggio del Garda Classico, solo, per seguire le bizzarrie del tempo, una vendemmia in più tempi che ha, in parte inaspettatamente, regalato a questo vino sentori ricchi e un poco atipici. La bocca poi rassicura, regalandoci un Chiaretto di buona freschezza e mineralità, che invoglia, così devono essere i vini buoni, a un secondo sorso. Accanto alle sue proposte, accidenti ancora al caldo che mi fa prediligere bottiglie imperlate di condensa, una farina da polenta del “Garda”, nata da dal recupero da parte di una cooperativa del mais vitreo. Ma sulla Basia ritorneremo …

Il tempo vola e qualcuno mi avvisa che poco lontano si affettano grandi salumi e si spiatta un risotto alla “salama”, grazie Nadia …, trovato un angolo di tavolo per me e Christian eccoci in fila: Tiziana Nogara ci accoglie con i prodotti della sua macelleria di Sovizzo, un delizioso lonzino affumicato e del salame vicentino rigorosamente senza “lattosio o altre scorciatoie industriali” come è giustamente riportato nel loro sito, ma con  grande cura e un uso sapiente delle basse temperature in ogni fase della lavorazione. Poi i prodotti di Bruna e Beppe Dho dell’omonima salumeria di Centallo, e ci si perde tra salame cotto, lardo tradizionale, prosciutto cotto (avete mai assaggiato un vero cotto artigianale?), galantina … (Beppe mi suggerisce di “appoggiarne” una fettina sul risotto fumante, obbedisco!), suppongo che i maiali siano nazionali … “No! Cuneesi! …” è la pronta risposta. A fare da cerniera Fresco Piada: olio extravergine romagnolo, farina locale, sale di Cervia (devo trovare qualcuno che la distribuisca a Brescia …).

 

    

       

Continua …

Un commento Aggiungi il tuo

  1. liloni adriano ha detto:

    basta la’! bravi! :-O)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...