Lelio Bottero o della birra artigianale

Lelio Bottero non è bresciano, non opera nel nostro territorio e forse ha persino dimenticato che nella nostra provincia esiste una realtà come B.A.B.B. … A questo punto pare più che lecito chiedersi perché ho chiesto un suo breve scritto per queste pagine … Perché, innanzitutto, considero Lelio un amico di là dalle volte che ci siamo visti o sentiti, una di quelle persone che ti danno subito una sensazione di cordialità, di reciproco rispetto, di attenzione. Perché ritengo sia uno dei personaggi di riferimento all’interno del variegato mondo della birra artigianale italiana. Perché mi hanno colpito le sue recenti parole sul destino e sull’evoluzione della stessa. Non ultimo perché Lelio è stato per anni, accanto a Teo Musso come responsabile commerciale di Baladin, figura centrale di quel movimento che ha visto la nascita dei grandi microbirrifici italiani. E mi pare giusto il momento, lontano dalle facili tentazioni delle calure estive, per ribadire che grazie a persone come lui la birra artigianale è diventato altro da quella facile bevanda da servire ben fredda e da ingollare con distratta soddisfazione.

 

“Ricordo ancora quando assaggiai la mia prima birra, un piccolo sorso dal boccale del mio babbo, la schiuma che mi solleticava il naso, le bollicine che mi inebriavano le papille gustative e poi quell’amaro finale…così intenso e puro, così diverso da ogni altra bevanda avessi mai assaggiato prima. Passarono gli anni e, come quasi tutti gli italiani, mi concedevo di tanto in tanto una birra durante la classica pizzata o grigliata con gli amici, lasciando al più “nobile” vino il compito di accompagnare tutto il resto. Nel mio ignorante immaginario non si intravedeva altra soluzione, fino a che con la diffusione delle prime birrerie, siamo agli inizi degli anni ’80, si iniziarono a bere stout, weisse, strong ale, birre d’abbazia e trappiste con un susseguirsi di gusti e di proposte culinarie a me del tutto sconosciute. Un decennio dopo arrivano i microbirrifici italiani con la loro associazione, Unionbirrai, e si inizia a parlare di cultura della birra, di abbinamenti, di serate di degustazione ed anche di “birra fatta in casa”. La bibliografia è scarna e molto spesso proviene dalla Germania o dai paesi anglosassoni, spetta alla crescente diffusione di internet l’arduo compito di fungere da volano, di diffondere notizie, segnalazioni e di creare o distruggere miti nostrani.”

Questo è l’inizio del “Manuale della Birra” un libro che ho in parte curato insieme a Kuaska ed a Matteo Billia nel 2009. Dopo soli pochi mesi ho assunto con grande piacere l’incarico di Consigliere UnionBirrai impegnandomi nel rivedere e potenziare alcune cose (in particolare lo statuto, i corsi , la newlsletter e la comunicazione). Proprio in quest’ottica comunicativa mi trovo ospite di queste pagine (grazie Carlos) e non posso che complimentarmi per la grande vivacità lombarda, che è la regione italiana più prolifica avendo ben 54 microbirrerie operative. Dagli storici “Birrificio Italiano” e “Lambrate “alle ultime realtà sono passati meno di 15 anni, ma il trend di crescita è stato esponenziale e credo che nel giro di due, tre anni conteremo il centesimo produttore. C’è da sperare che anche la qualità delle birra e non solo la varietà abbia a crescere, per la gioia dei nostri palati.

Lelio Bottero con Andrea Bravi del Birrificio di Como

Teniamo alta la guardia mi raccomando e non lasciamoci tentare dal risparmio di mezzi, materie prime e sopratutto risorse umane. Come serve un bravo pizzaiolo per fare una buona pizza è altrettanto indispensabile un bravo birraio per realizzare una buona birra. Un impianto, per quanto automatizzato e regolato con cura, non avrà mai la competenza e la sensibilità di un vero appassionato. Si corre il rischio di realizzare prodotti standard e anonimi, troppo simili a quelli industriali da cui invece occorre, secondo me, differenziarsi il più possibile non solo nel packaging, ma sopratutto nella qualità e nella varietà del prodotto. Io credo molto nelle potenzialità della birra artigianale, tanto da decretarne la prematura morte, in modo provocatorio ovviamente, in un post del mio blog www.leliobottero.it.

In attesa di brindare “dal vivo” mi congedo con un brindisi virtuale al radioso futuro della birra artigianale di qualità italiana.

5 commenti Aggiungi il tuo

  1. Lelio ha detto:

    Grazie per l’opportunità, ma del BABB non mi sono affatto dimenticato. Fu li che conobbi il birraio Maurizio Cancelli

  2. Carlos Mac Adden ha detto:

    Il mio non ero un appunto negativo, tanto meno una tirata d’orecchie caro Lelio, solo una battuta che voleva, per contrasto, mettere in evidenza la mia stima per quanto hai fatto e fai per la cultura della birra artigianale in Italia. Grazie a te per avermi inviato lo scritto … e ribadisco che questi spazi sono a tua disposizione quando vorrai parlare ancora di birra o d’altro attinente alla cultura del cibo. MadeinBrescia è sì vocato al territorio, ma è giocoforza interessato a tutti i contributi in grado di aumentare la conoscenza e la cultura (mi piace e non ho paura a utilizzare più volte un termine che ritengo perno centrale di tante cose) di quello che mangiamo, ascoltiamo, leggiamo, beviamo … Solo così saremo in grado di essere giustamente critici, di apprezzare il buono, l’autentico e guardare con altrettanto giusto sospetto a quei fenomeni di moda capaci solo di copiare e talvolta vincenti solo per il clamore e il gigantismo della comunicazione messa in atto … Cosa ne pensi Lelio?

  3. Lelio ha detto:

    ecco mi hai incastrato….Bravo Carlos!. Appena posso ti mando nuovamente i miei “pensierini” birrari.
    ciao
    Lelio

  4. Carlos Mac Adden ha detto:

    Finché riesco a incastrare in questo modo “belle” persone non posso che esserne felice. A presto …

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