Capita a volte che un post venga scritto di getto, senza esitazioni, e finita la stesura ci si fermi, incerti sul titolo. Con Enrico Togni questo momento di riflessione non serve, il titolo l’ha già trovato lui, da tempo: viticoltore di montagna così si firma nei suoi interventi sulla rete. E quell’appellativo è simbolo inequivocabile di scelta e appartenenza. Appartenenza a una terra, la Valle Camonica e a una sua coltivazione ancora poco conosciuta, la vite. Scelta che porta dentro di sé dall’infanzia, l’amore per la terra, per gli animali, il sogno di un futuro da veterinario, o da contadino … Più per divertimento che per la piccola mancia che gli viene data partecipa al rito della mungitura in una stalla non lontana, un asino, una pecora, i regali di compleanno, singolari sostituti della scontata bicicletta chiesta dai compagni di scuola. Ancora la passione per gli animali nelle corse con il cane in mezzo ai vigneti di famiglia lavorati da aiuti esterni, e una sorta d’illuminazione nel trovarsi con le mani doloranti ma felice dopo aver voluto aiutare per la potatura, lui non abituato a quella fatica. Dopo le superiori l’iscrizione a giurisprudenza, ma ogni momento possibile è dedicato alla vigna fino a rendersi conto che è lì che vuole stare, lontano da codici e chiuse stanze e abbandonati gli studi si dedica totalmente a quei vigneti voluti dal nonno materno. Sono gli anni in cui la valle inizia a riscoprire la sua vocazione vinicola, sino a giungere con il 2003 all’istituzione dell’IGT Valle Camonica, e l’azienda Togni-Rebaioli, che conta sulle sole forze di Enrico come presenza costante, inizia a presentare i suoi vini: Lambrù, il vino “base”, Vidur, realizzato solo in particolari annate, quando la barbera che ne è l’unica componente lo permette, il Rebaioli Cavalier Enrico, un merlot in onore e ricordo del nonno e il Millesettecentotre, quota del vicino monte Altissimo e bella presenza nei miei ricordi di degustazione. Conoscendo un poco questi vini, scoprendone i nomi, s’intuisce lo stretto rapporto di Enrico con il territorio, legame non facile, come certamente non facile è fare il viticoltore qui, lontano da classiche e acclamate “terre del vino”.
Enrico Togni è l’unico vignaiolo della valle, ossia l’unico che affida totalmente alla vite i suoi ricavi, la sua stessa esistenza. Momenti splendidi per tanti versi, la vita insieme a Cinzia, la recentissima nascita di Martina, lo portano a domandarsi se sia giusto e possibile riversare tante energie su quella terra, sui suoi imprevedibili frutti. E come quasi sempre accade manca l’attenzione, talvolta le risorse, da parte di quelle realtà istituzionali che dovrebbero avere come priorità la salvaguardia di chi investe tutto sul territorio, salvaguardandone l’integrità, le caratteristiche peculiari … A illuminare questi dubbi, a cercare di fugare queste ombre prende corpo, come risultato di tante componenti, il vino più territoriale di Enrico, quell’OPOL che vede la luce con l’annata 2009 e che Slow Wine 2011, la nuova guida ai vini d’Italia di Slow Food Editore, premia doppiamente riconoscendolo come Vino Slow ossia “bottiglie che, oltre a una qualità organolettica elevata, riuscissero a condensare nel bicchiere valori di tipo territoriale, storico e identitario” e dando alla cantina la “Chiocciola: simbolo di Slow Food, assegnato a una cantina che ci piace in modo speciale per come interpreta valori (organolettici, territoriali, ambientali e identitari) in sintonia con la nostra associazione”. Enrico Togni distilla il tutto dicendo che “nell’OPOL c’è la Valle Camonica” ed è difficile dargli torto … Nato da sollecitazioni provenienti da piccoli viticoltori della zona, per lo più pensionati che per tradizione congiunta a passione coltivano da sempre la vigna, dall’esperienza della rassegna “Vino all’altezza” e dal suo incontro con Nico Danesi, grande enologo bresciano, e Giovanni Arcari ideatore del progetto TerraUomoCielo, OPOL ne raccoglie le istanze, le suggestioni, la caparbietà. La retroetichetta porta i nomi e i luoghi di tutti coloro che hanno conferito le uve: Gorzone, Boario Terme, Angone, Malengo, Losine, Capo di Ponte … e ancora Giovanni, Samuele, Marco, Fausto, Maurizio, Bortolo Attilio … Sfila la Valle con la sua gente, senza retorica alcuna ma con il giusto desiderio di vedere riconosciuta la propria fatica, il proprio lavoro. Quest’estate, ho messo in mezzo al lungo tavolo della casa dei genitori di mia moglie, verso il passo di Crocedomini, una bottiglia di OPOL, unicamente imbottigliata a magnum, e subito ha fatto compagnia, convivialità, comunione, sposandosi felicemente con le altrettanto camune vivande servite. Non solo suggestione, che il vino è piacevole, curato, e grazie ai suoi umanissimi 12% gradi in volume scende bene, rasserenando corpi e cuori. Grazie Enrico, continua se puoi che di persone e vini così ne abbiamo tutti grande bisogno.
aggiungerei che Enrico ha una bella faccia onesta, cosa rara di questi tempi.
Enrico, chi lo conosce lo sa bene, non ama farsi fotografare, sul suo profilo fb c’è la foto del cagnolino che incontri visitandolo. Credo abbia ceduto quando ho ricordato che qui parliamo innanzitutto di persone, poi di vini e d’altro, e penso abbia giocato un poco di empatia nei confronti del sottoscritto, improvvisato fotografo … Se in quello scatto traspare anche minimamente la coerenza, la correttezza che caratterizzano il suo essere non posso che ritenermi soddisfatto. Potrei fermarmi, ma il tuo commento Fabio mi fa aggiungere che anche tra i camuni temo esistano i “furbi”, quelli pronti a cavalcare la minima ondata di entusiasmo nei confronti dei tanti splendidi prodotti della valle a solo scopo di lucro. Ecco perché diventa fondamentale far conoscere chi lavora seriamente, rispettando luoghi e procedure, ecco perché è importante far vedere,vincendo la sua riservatezza, “che Enrico ha una bella faccia onesta …”
troppi complimenti, mi sento imbarazzato.
grazie carlos per le belle parole, hai saputo trasmettere benissimo le mie sensazioni.
No, non sono d’accordo con te Enrico, non sono complimenti, al massimo risentono della stima che ho nei tuoi confronti, direi sono lo specchio di come ti vivo e di come penso ti vivano tante persone che hanno avuto il piacere di conoscerti. Ma utilizzo subito le tue di parole per chiederti, quando vorrai e potrai, di scrivere qualcosa, magari insieme ad altri produttori – Enrico Di Martino, Cascina Belmonte ad esempio – di vino ed etilometro, di vino e paragoni con altre sostanze che pare siano di moda …
quando vuoi carlos, sull’etilometro e su come i nostri politici stiano distruggendo una parte della nostra cultura, il vino ed il bere buon vino, a favore di lobby con la scusa di difendere la sicurezza pubblica e la salute dei giovani ne ho una marea di cose da dire.
Non credo ci sia molto altro da aggiungere ma non potevo non testimoniare la concretezza, la passione e l’onestà d’animo di Enrico ma soprattutto la forza con cui porta vanti le sue battaglie … continua così!!
Grazie per il tuo commento Giancarlo, conforta e conferma quanto da me detto dando il senso che non siano solo frasi “gentili” ma il riconoscimento di un preciso modo di essere e di operare.
Unica precisazione, se me lo permettete, l’Opol non è imbottigliato nel formato magnum, ma nel formato BÜTIGLIÙ!! 🙂
Ovviamente scherzo! Complimenti ad Enrico e al suo vino, genuino e un po’ scontroso se vogliamo ma comunque autentico!
Come lo sono tante belle persone Matteo … (questa è per il BÜTIGLIÙ 🙂 )
Ma che ne dici Carlos se organizziamo una degustazione con i prodotti di Enrico Togni, e magari lo stesso produttore a raccontarceli???
Giro la proposta a Enrico … magari dalle sue parti …
matteo, per me va benissimo, la location la lascio scegliere volentieri a voi, mi fido del vostro buon gusto