Quando le bollicine danno alla testa

Di tanto in tanto, in particolare alla fine di ogni anno con l’avvicinarsi di feste e brindisi,  capita di sentire o leggere proclami del tipo “Lo spumante italiano batte lo Champagne nelle vendite”, “Sorpasso dello spumante nei confronti dello Champagne” e via di questo passo. Confesso di aver sempre sentito un senso di sconforto e disagio di fronte a queste affermazioni, paragonabile a quello che provo quando si fanno per me non corretti paragoni tra i metodi classici italiani, Franciacorta in particolare, e le più blasonate bolle d’Oltralpe. Ma in questo caso l’errore, l’approssimazione per dirla con un generoso eufemismo, è grossolano, macroscopico, così quando ho visto il post dedicato da Franco  Ziliani alla lettera, e alle reazioni scatenate, che Maurizio Zanella ha inviato alla stampa, non ho potuto trattenermi dal commentare, appoggiando in pieno, quanto questi due protagonisti del mondo vinicolo italiano hanno affermato. Un poco d’ordine: Zanella, presidente del Consorzio Franciacorta invia una lettera a diverse testate italiane del settore con una sua precisa presa di posizione sulla frase  “Lo spumante italiano batte lo Champagne nelle vendite”, affermando tra l’altro che  “mentre per l’Italia si tengono in considerazione tutti i vini spumanti prodotti con metodo e con qualità e prezzo molto diversi fra loro, per quanto riguarda lo Champagne si tiene in considerazione solamente una denominazione prodotta in Francia.”  Tale sua affermazione viene precisata e integrata nel proseguo della lettera, rendendo di fatto la frase impugnata sempre più priva di senso e precisione. Ma apriti Cielo! Leggete su Le Mille Bolle blog e su Vino al vino come qualcuno si sia stracciato le vesti di fronte a questo obbligatorio distinguo portando Maurizio Zanella direttamente sul banco degli imputati. Il reo confesso ha detto cose “alcune … venate di un’inusitata supponenza che non fa bene al mondo del vino italiano” che suonano come esecrabile espressione di una “… eccessiva ansia di distinguerti dagli spumantisti generici, … addirittura … mostrando disprezzo per i tuoi concorrenti e per molti produttori italiani seri di metodo Classico”, come si può leggere nello scritto a firma del direttore del network Italia a Tavola.

Prendere atto che in Italia non esiste una realtà, tantomeno unica, geograficamente, storicamente e culturalmente paragonabile alla Champagne credo sia una semplice manifestazione di buon senso, certo questo crea alcuni problemi nella diffusione, in particolare all’estero, dei Metodi Classici italiani ma resta incontrovertibile realtà. Piaccia o non piaccia, la si accetti o meno. Mettere insieme in una sorta di calderone vini tra loro diversi, anche sostanzialmente diversi, non credo sia un buon modo, in attesa d’ipotetici momenti migliori, per  far meglio conoscere il vino italiano e visto che io mi muovo su queste pagine in un ambito “ristretto”, quello della provincia bresciana, rabbrividisco quando trovo qualcuno che in rete, e poco m’importa se non è un “addetto ai lavori”, parla per la preparazione del brescianissimo Pirlo di “prosecco franciacortino”. Lo ammetto, questa è una perla solitaria più unica che rara, ma se questo accade da noi, provincia che include la e il Franciacorta, posso solo immaginare cosa sia possibile accada oltre i suoi confini. Detto da una persona che apprezza sia i buoni Franciacorta che i buoni Prosecco esistenti sul mercato. In un mondo globalizzato dove la grande richiesta, in termini di volumi, va a vini collocati in una fascia di prezzo utopica, al ribasso, per la maggior parte dei produttori italiani, non capisco che senso abbia dimenticare la precisa identità, le caratteristiche uniche di tante piccole/medie produzioni. Facciamo conoscere, con il loro nome, le nostre particolarità, non sarà certo la modalità più facile, o quella più veloce ma credo sinceramente possa essere l’unica in grado di tutelare il nostro futuro.

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Franco Ziliani ha detto:

    Grazie Carlos, troppo gentile! Un’unica precisazione: tu parli di “due protagonisti del mondo vinicolo italiano”, riferendoti a Zanella e al sottoscritto. In verità c’é un unico grande, autentico protagonista, della Franciacorta e del vino italiano: Maurizio Zanella. Io sono solo un testimone del mio tempo, un umile cronista del vino

    1. Carlos Mac Adden ha detto:

      Molto schiettamente e come ho già detto nel post, ho sentito il dovere di commentare l’accaduto, come di correggere, mi perdonerai, l’uso del lei nella tua risposta: credimi è un piacere. Da appassionato del gusto, mia prima e pressochè unica qualifica, non mi pento di averti definito un protagonista – forse i testimoni non possono esserlo? – di questo incredibile mondo in cui altri potrebbero tranquillamente tacere.

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