Mi precede giusto di un soffio la prima edizione italiana della guida Michelin, correva l’anno 1956 e la corazzata francese già forte di mezzo secolo di storia faceva il suo ingresso nel nostro paese. Piaccia o non piaccia la “rossa”, come viene familiarmente chiamata, resta il riferimento internazionale per i viaggiatori gourmet, ma, esaurite le formalità di rito, vediamo cosa dice della nostra provincia e, cosa molto meno importante, come la vivo io.
L’edizione 2012 riconosce tredici ristoranti “stellati”, primo fra tutti il Miramonti l’Altro, l’unico a vantare due dei celeberrimi “macarons”, termine coniato, a quanto pare, da un anziano giornalista stanco di ripetere la parola stella all’interno di un suo articolo. Viene poi il gruppo delle singole stelle, Da Nadia, nuova entrata nel firmamento, Ortica, Gambero, Due Colombe, Esplanade, Villa Fiordaliso, Villa Feltrinelli, Tortuga, Capriccio, Quintessenza, Leon d’oro e Rucola. A perderla, contraltare del nuovo ingresso, l’Artigliere. Solo per questi locali, come tradizione vuole, la Michelin fornisce un’indicazione dei piatti più interessanti, per gli altri, le varie “forchette” da una a cinque, viene segnalato il confort crescente. Se poi si mangia più o meno bene, la cosa, in un certo senso, è di vostra specifica competenza. Accanto ad alcune osservazioni sul tipo di cucina “di stampo contemporaneo, conquisterà il vostro palato” o “flirta col pesce, ma non dimentica la carne” o ancora “parte da una matrice nazionale per raggiungere esiti intriganti”, vengono rilevati diversi particolari sull’ambientazione, il luogo, gli arredi. Vero che per alcuni locali si parla più approfonditamente di cosa ti serviranno nel piatto ma, specie per dei ristoranti o delle trattorie che non conosco, e qui ne appaiono, mi sentirei poco sicuro sapendo sì che sopra il mio capo ci sarà un’illuminazione fascinosa e scenografica e alle pareti quadri moderni, ma ignorando praticamente cosa il mio palato gusterà. In altri termini, se qui si perde la stella si rischia di finire in una sorta di limbo della ristorazione, magari senza grandi colpe da purgare … Strumento nato per i viaggiatori in automobile assolve egregiamente a questo compito, come saprete riporta con analoghi criteri gli alberghi, ed è indispensabile se siete, ad esempio, in Spagna o in Francia, dove appare nel 1900, ma non la più interessante, e certamente una delle più statiche coerentemente col linguaggio utilizzato, se volete conoscere cosa ci sia d’interessante nella vostra provincia. Da segnalare la comparsa quest’anno dei “Bib Gourmand”, esercizi a prezzi contenuti che offrono una cucina di qualità: una sola segnalazione per la nostra provincia, Villa Aurora a Soiano, che, di là dall’isolamento, mi trova assolutamente d’accordo.
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