C’era l’ambientazione, Villa Mazzotti a Chiari, che conosco da quando cerco di non perdermi l’appuntamento annuale con la rassegna della microeditoria, c’erano i produttori, tanti, di cui molti interessanti, c’erano i prodotti, davvero una sorpresa per chi non sospetta quante scoperte potevano essere fatte in un arco spazio/temporale contenuto, c’erano laboratori, possibilità di consumare un pranzo o un aperitivo con vini e cibi non banali. Mancava solo lui, il pubblico, o più esattamente lo si è visto poco, giusto qualche ora nel pomeriggio di domenica 18 dicembre. Forse la data, l’ultimo fine settimana prima del Natale, mentre molti erano impegnati ad acquistare gli ultimi regali, spero non specialità gastronomiche che allora oltre al danno ci sarebbe anche la beffa. Forse una comunicazione un poco in affanno, forse il disinteresse delle tante realtà attente a cibo e territorio che non hanno saputo, o voluto, dare voce a un evento trasversale. Io ho percorso in lungo e in largo il primo piano della rassegna, ho ritrovato figure che considero amiche, mi è spiaciuto perderne alcune per tempo, loro assenza o mia distrazione e vi assicuro che ne valeva la pena, poco importa il freddo pungente dell’esterno che bastava assistere ad alcuni degli scambi tra i partecipanti “ti porto del formaggio ma tu fammi assaggiare quel vino …” per riappacificarsi, anche solo per quelle brevi ore, con buona parte del nostro mondo. Vi dirò allora della berna, proposta dall’azienda agricola Fless, che faceva mostra di sé tra un violino e uno speck artigianale, quanto meno la curiosità di chiedere cosa fossero quelle sottili strisce di carne scura con un profumo che faceva intuire la concia prima dell’essiccatura.
Oppure del fermarsi al banco di Antichi Sapori Camuni dove Vanni Forchini tagliava svelto le sue creazioni: ancora slinzeghe, ma anche fesette affumicate, prosciutti di cinghiale, violini … magari da accompagnare ai Franciacorta della Fiorita, in quel di Ome, dove sono stato accolto da un bicchiere di Eurosia, Franciacorta extra brut da sole uve chardonnay, solo 4 gr per litro di zuccheri residui e “72 lunghi mesi sui lieviti”. Poi due parole con Maria Grazia Marinelli, presidente del Consorzio Tutela vini D.O.C. Capriano del Colle presente con Az. Agricola Lazzari, vitivinicola Pietro Potestà, tenuta La Vigna. Accanto ai Lazzari, mai vicinanza fu più galeotta, Chiara Zanini, Formaggi Trevalli, che si è conquistata definitivamente la stima e l’ammirazione di Davide Lazzari nei due giorni dell’evento a colpi di Alpeggio Vaia (io ero già ammaliato da tempo) e formaggella stagionata di Collio. Non ho potuto salutare, a malincuore, Andrea Bezzi e qualcuno degli Andrini/Petrò, privandomi della loro simpatia e, rispettivamente, del sempre interessante Silter e del Case di Viso, mia predilezione, nonché delle tante mostarde e confetture realizzate a Gottolengo. Ritrovare poi Daniela Canti dell’omonima azienda agricola di Malonno – a quando un bel sito per farsi conoscere meglio? – e la sua ricotta che una lunga e lenta affumicatura (il ginepro!) permette di essere grattugiata, ma Daniela la propone anche pronta da utilizzare in piccoli barattoli di vetro, per approntare i “córnecc co la mascherpa seca”: preparazione a base di cornetti (fagiolini)
tipica del paese che mi ricorda i “córnecc paràc” dove appare anche l’uovo. Proseguire poi fino ad incontrare Alex Belinghieri, Agricola Vallecamonica, con il suo Ciass Negher, rosso camuno da uve Marzemino e Merlot, o il Bianco dell’Annunciata, Incrocio Manzoni in purezza così come il primo passito valligiano da lui recentemente presentato. Di fianco ad Alex il banco della Forneria Salvetti dove ottengo un buon pane di segale … Largo ai giovani con un’altra scoperta: l’Azienda Agricola Pian del Maggio, qui rappresentata da Anita Foresti e da Simone Masina, con un più che godibile Franciacorta Brut Proemio, 100%
chardonnay, in cui si avverte la felicità del terreno sopra Gussago. Volti nuovi, Mario Turrini – Az. Agricola Turrini Mario – innamorato delle sue mele da cui ricava, con la collaborazione di Pesei, marmellate e succhi: una generosa cucchiaiata della sua composta, solo mele, null’altro che mele, mi ha felicemente riportato lontano nel tempo. E in barba alle pubblicità imperanti queste mele possono davvero essere mangiate a morsi … Volti conosciuti, Elena Parona e uno dei suoi figlioli per La Basia con le novità di un marzemino e delle rinnovate etichette ma anche Vezzoli di Chiari: poche ore prima avevo acquistato una delle loro robiole a latte crudo in grado di stupire amici un poco pigri che preferiscono affidarsi a prodotti reperibili ovunque. Già provato, una bella conversazione con uno dei titolari di Tradizioni Padane, vera sorpresa per la qualità e l’organizzazione di quest’azienda artigiana che porta prodotti e ricette locali – grandi le caramelle di pasta al monococco farcite di gorgonzola e noci o quella al bagoss d’alpeggio – alla media e alta ristorazione italiana e mondiale. Un rapido elenco a chiudere, quanta ricchezza …, per realtà a me ben note dalle quali non ho avuto il tempo e la lucidità per fermarmi come l’Az. Agricola Paros di Angolo Terme, il Consorzio della Castagna di Paspardo, la B.A.B.B. di Manerbio, l’Apicoltura Mombelli Facchinetti di Quinzano , l’Apicoltura Cella, l’Associazione Norcini Bresciani … ed altri ancora magari non presenti sabato o persi tra le tante possibilità offerte. Il Centro Vitivinicolo Provinciale, mi sono state promesse informazioni sul prezioso lavoro svolto attorno ad alcuni vitigni autoctoni, con l’Assessorato Provinciale all’Agricoltura hanno realizzato una delle migliori rassegne di quanto il nostro territorio sia in grado di offrire, peccato, era la prima volta ricordiamolo, siano mancate le giuste presenze per tanta dovizia di sapori.
Su questa manifestazione è mancata totalmente la comunicazione da parte degli organizzatori: se non fosse stato per la newsletter del comune di Chiari alla quale sono iscritto non ne avrei saputo niente e ci tengo a dire che io percorre quotidianamente il mio paese (Chiari) in bicicletta …
Concordo pienamente con le considerazioni di Carlos Mac Adden: presenza di produttori / prodotti di estrema qualità spiazzati dall’assenza di pubblico.
Un manifestazione estremamente interessante che purtroppo è stata privata della giusta partecipazione da parte del pubblico.
L’ambiente era stupendo, i prodotti altrettanto, è stato davvero un peccato per la mancanza di pubblico.
Era un evento diverso da tutti gli altri, senza distinizione per prodotto o per associazione di riferimento (Slow Food, Coldiretti, ecc…). Penso di non aver mai vissuto un evento che riunisse una cosi enorme varietà di produttori/prodotti, eppure è stato poco vissuto.
Speriamo in una migliore comunicazione il prossimo anno (oltre alla speranza che venga riproposto).
Caro Davide, specifichiamo che le tue parole hanno un preciso valore visto che sei stato direttamente presente con l’azienda di famiglia per tutta la durata dell’evento. Mi permetto di riportare altre tue considerazioni fatte sul mio profilo facebook:
” … C’era un’incredibile varietà di prodotti bresciani che ad altri mercati/eventi difficilmente si trova (parlo dei vari mercati a Km 0 sparsi per la provincia) ed erano inseriti nella splendida cornice di Villa Mazzotti. C’erano le carte giuste per farne l’evento dell’anno, in cui i consumatori avrebbero potuto conoscere tutti (o quasi) i prodotti agroalimentari bresciani senza doversi girare tutta la provincia. Il problema, come avete già detto è stata la comunicazione. Non c’era un solo cartello in giro per Chiari che indicava la presenza dell’evento, nessun genere di pubblicità, gli unici cartelli presenti erano appesi sulla recinzione della villa stessa. Il risultato … è stato disastroso. All’inaugurazione dell’evento sabato pomeriggio erano presenti solo le autorità e poche persone esterne. Sparite le autorità e consegnati i premi-qualità è avanzata la desolazione, pochissime persone nella giornata di sabato hanno partecipato all’evento, ma nutrivamo speranze per la giornata di Domenica. La giornata di Domenica si è rivelata ancora peggiore, siamo giunti al nostro banco alle 10 di mattina e fino alle 15.30/16 non è passato NESSUNO (a parte qualche altro produttore che preso dallo sconforto girava per fare due chiacchiere). Solo in seguito ha iniziato a muoversi qualcosa ed è passata un po’ di gente, di cui la maggior parte seriamente interessati. Ma già alle 19 l’ondata di piena era già terminata (l’evento doveva terminare alle 22). Guardando il bicchiere mezzo pieno:
– L’evento era unico nel suo genere e deve assolutamente essere riproposto, è andato male solo per la mancanza di una corretta e intensa comunicazione, non per la mancanza di interesse che avrebbe dovuto generare.
– Delle persone che vi hanno partecipato, un’elevata percentuale erano veramente interessate ai prodotti (cosa non da poco per un evento del genere ad ingresso praticamente gratuito).
– Ai produttori non è stata chiesta nessuna quota di partecipazione (anche questa non è cosa da poco vista la location)
Di contro, ovviamente c’è stata solo la mancata comunicazione causata dalla tardiva organizzazione dell’evento (la promozione dell’evento è partita circa 2 settimane fa, quando magari sarebbe stato meglio farla partire 2 mesi fa)” Lasciano perplessi a questo punto articoli apparsi in rete che parlano di un’edizione di grande successo con vasta affluenza di pubblico e iniziative interne esaurite. Non è con questo tipo d’informazione che si fa il bene di un progetto comunque valido.
A dire il vero, anch’io ho saputo purtroppo troppo tardi di questo evento da un post di Carlos su fb. Un vero peccato.
Produttori: usate internet per promuovere questi eventi!
Posso? Produttori: usate internet, in modo intelligente, per promuovere questi eventi e i vostri prodotti!
Io sinceramente su internet avevo visto un po’ di pubblicità e qualche vociare riguardo questo evento, da questo mi aspettavo una valanga di persone. Mi dicevo: Se se ne parla così tanto su internet non oso immaginare sui giornali cartacei (che non sono solito seguire).
@Davide
a riprova che internet è ancora nicchia della nicchia (almeno per certe cose) è la realtà è ben diversa.
Purtroppo su certe cose siamo ancora un paese del terzo mondo.
dai che il prossimo anno ci si impegna di più..il pubblico non può assolutamente perdere certe occasioni..assolutamente. ogni espositore ha una propria storia da raccontare e ha bisogno di relazionare col pubblico e confrontarsi con gli altri produttori..per noi è sempre un rischio e un’esperienza..ok..saluto te carlos, e colgo l’occasione di salutare davide lazzari..2 giornate insieme ci siamo divertiti come dicevi tu a proporre il mio Vaia e il suo fantastico rosso..ok a presto. ringrazio. chiara zanini