Nessuno si offenda, piccole bolle può significare tante cose ma non certo piccola qualità o piccolo nome, in questo malato (mi riferisco al sottoscritto in lotta con uno dei raffreddori più potenti che ricordi e corredato da sintomi che fanno pensare a qualcosa di più, anche se il resto …) fine d’anno, unisco in un variopinto elenco vini assaggiati
durante il 2011 che per me/noi sono, e saranno sempre, persone incontrate, certezze ed entusiasmi, lunghe carriere o appena iniziati percorsi. Allora piccole perché provengono da realtà che non producono centinaia di migliaia di bottiglie, piccole perché non urlate, piuttosto comunicate attraverso un discreto ma continuo passaparola, gestite da persone che alle dichiarazioni roboanti preferiscono anteporre e far parlare i propri vini. Piccole perché così lo sono le fini bolle dei loro vini e perché – last but not least – talvolta piccolo è bello. Di alcune, anzi della maggior parte, ho già detto ma, in questo caso, repetita iuvant …
Buon Anno allora, dimenticandoci per un momento del “nuovo gusto dei consumatori per i vini più facili da bere” e la ” voglia di novità accattivanti, giovani e fresche, …” come riporta una recentissima indagine/sondaggio di Vinitaly condotta su 300 ristoratori italiani. Dimenticandoci anche che “Complice la crisi economica e la stangata della manovra, le famiglie “accorceranno” il budget orientandosi verso etichette più economiche, con una fascia di prezzo compresa in media tra i 5 e i 12 euro.” Delle quali poi “sarà ancora una volta lo spumante dolce (58 per cento delle preferenze), seguito da quello secco o ”brut” (con il 37 per cento).” Dati della Confederazione Italiana Agricoltori in un suo documento datato 29.12.2011.
Credo che i Franciacorta, ebbene sì, citati di seguito non siano sempre i più facili, e che difficilmente, per non dire mai, li troverete al di sotto della soglia di 12 euro sopra indicata, quanto al “dolce” … Di conseguenza Buon Anno ancora con i fratelli Faccoli, che senza clamori continuano il percorso tracciato producendo vini che in prima battuta soddisfano il loro gusto, magari con il loro Rosè che non è certo omaggio a una moda prossima al declino, con Giulia Cavalleri Nember e la figlia Diletta, Cavalleri, incontrate al salone di Piacenza del F.I.V.I. e salutate con, ancora, un bicchiere di fresco Rosè, in compagnia di Bruno Dotti, San Cristoforo, qui quasi d’obbligo il Pas Dosé. Tutti volti noti? Allora proseguiamo con Anita Foresti e Simone Masina, Pian del Maggio, e il loro Brut Proemio (tra i più umani in quanto a prezzo), incontrati a Villa Mazzotti durante Degustando la Qualità (non ci siete stati? Peccato …), o con i Pezzola de La Valle conosciuti la scorsa estate all’ultimo raduno bresciano dei Sovversivi del Gusto, se
dicessi provate il Rosè pensereste a una mia fissazione patologica? Oppure, sempre Villa Mazzotti, cimentatevi con un importante Extra Brut millesimato come l’Eurosia della Fiorita. Due nomi a smentire la premessa ( vini assaggiati durante il 2011) ma, per il primo, troppo particolari le bottiglie e l’entusiasmo con il quale Franco Ziliani l’ha recensito nel suo sempre ottimo Le Mille Bolle blog : datevi da fare, io non mi sottrarrò all’impegno, per provare qualcosa realizzato da Derbusco Cives. Come troppa la voglia, non ancora soddisfatta anche per il secondo, di assaggiare il Nero, Dosaggio Zero da solo Pinot Nero realizzato da Andrea Arici per la sua Colline della Stella.
Nel blog: Buon anno con le bollicine di casa, La Signora del Franciacorta, Giulia Cavalleri Nember