“Eventi recenti mi portano a non essere più alla guida dello Scultore. Un grazie di cuore a tutti gli amici clienti per l’affetto e la presenza dimostrata in questi anni.”
Federico Bellagente
“Ché un luogo, un prodotto sono veri quando esprimono compiutamente la persona, le persone, che quel luogo, quel prodotto fanno, propongono, sono.”
Io
“Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla − ora soltanto − per la prima volta.”
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere
Tutto vuole essere questo post tranne una sorta di funebre elegia, via dunque ogni frase del tipo “com’era bello, com’era buono Lo Scultore di Federico”. Mi limito a dire, e ne ho davvero a sufficienza, come mi trovassi bene in quel luogo, con quelle persone. Sino alla nausea ho ribadito che prediligo parlare di persone piuttosto che di cose e che, di là dalle opinioni, sono queste ultime a “fare” le cose e non l’opposto. Era un rito senza obblighi di tempi, potevano passare due giorni o un intero mese, trovarsi davanti al banco, nella mano un Franciacorta di Bruno Dotti, o qualcosa di Cristina Inganni, Enrico di Martino, dei Lazzari o dei Pietta, e parlare d’altri vini, o di musica: Dammi il tempo che tempo non sia / Dammi un sogno che sonno non dia …
Sfogliare i giornali di questi tempi grami, passarsi titoli di libri come Accabadora di Michela Murgia o Carne della mia carne di Paola Baratto conosciuta poi lì, seduta sulle poltroncine da cinema dell’ingresso. Ci fermiamo oppure no, non era obbligo restare per un più formale pasto anche se ne ricordo di mitici: quello con Oriana Belotti e Giacomo Bontempi della Cantina di Esine, quello con davanti gli occhi che parevano guardare altri spazi di Walter Muffolini – le mozzarelle di Tavernole -, quello formidabile che ha visto il Gotha dei formaggi bresciani riunito allo stesso tavolo – Silvio Zanini, Andrea Bezzi, in contumacia Matteo Festa … -. Ancora quello della prima volta, ad accompagnarmi Roberto Gorla, ad emozionarmi la “Gallina disossata,ripiena alla bresciana e cotta nel suo brodo, cappone senz’ali e la nostra mostarda di frutta fresca” che mi convinse a recensire subito, scrivevo allora su Terre meteora nel panorama editoriale bresciano, il locale con ” il “più” delle spiegazioni mai invadenti di Federico, i vocalizzi dei Sigur Rós, e l’atmosfera globale che ne deriva a prezzi che definire corretti sfiora l’eufemismo”. Torniamo fuori dagli schemi ordinari, e smetto con i ricordi, per quelle sere dove l’orologio pareva bandito, straordinaria la presenza di Anna Adami e Raffaele Mor, stupita quella di Luisa prima a confessare come non si fosse accorta dello scorrere delle ore. Una birra da provare, un vino da discutere, un pezzo di formaggio da accompagnare con le mostarde “di casa” e il pane di Maurizio Sarioli …
Un luogo civile insomma dove semplicemente veniva chiesto quel minimo d’interesse e di comprensione per capire che ci s’impegnava per proporre piatti che non partissero dai banchi di un cash and carry, forse per alcuni consumatori distratti una fatica non gradita, ché dovevano parlare d’altre cose, il cibo cultura di serie C, ecchediamine. Non conosco le future intenzioni di Federico, il mio augurio, oltre alla speranza che continui ad aiutarmi nel tenere vivo MadeinBrescia – SUA indiscutibile idea – è che la passione, l’entusiasmo mai del tutto sopito che lo animano possano riversarsi su altre idee, altri progetti, magari in campi diversissimi da quello della ristorazione. Di belle persone, di cibo, di libri, di musica e di vino potremo sempre parlarne e io, per il momento, qualche bottiglia e qualche salame giusto riesco ancora a recuperarli.
Ah, nessuno, per cortesia, si scandalizzi o adombri, quello era il mio personalissimo Scultore, quello che viveva e vive nelle mie sensazioni, talvolta aiutate da un’ombra alcolica, altre dalla sintonia con Federico, fratello mancante scoperto sulle note di Giorgio Gaber: Oh madonnina dei dolori / quanti dolori avete voi / oh madonnina dei dolori / adesso vi racconto i miei…
Ogni riferimento a persone e luoghi esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale, così posso dire senza timore alcuno Lo Scultore è morto, viva Lo Scultore.
Credo mancherà anche a G.F., un abbraccio Gio’.
Sei sempre il solito Carlos.. Con le tue parole ci si ritrova seduti allo scultore seduti a degustare un buon vino e a pasteggiare con qualche scoperta bresciana e ci si emoziona alle tue precisazioni culinarie dei ricordi passati.
Sono sempre il solito Simon, nel bene e nel male, come lo scorpione che in mezzo al guado punge la rana che lo sta traghettando convinta dell’immunità. Mentre entrambi affondano gli si rivolge sconsolata “Perché l’hai fatto, ora annegheremo …”. Laconica la sua risposta: “è nella mia natura …”. Una richiesta Simon, non lasciatemi solo ché la mia forza siete in gran parte voi …
In bocca al lupo a Bellagente.
Chi subentra allo scultore si sa già?
Vede Fabio, nel ringraziarla per i suoi auguri non posso che rimandare alla frase conclusiva del post per tentare una risposta alla sua domanda “così posso dire senza timore alcuno LoScultore è morto, viva LoScultore.” Non è, mi creda, un tentativo di evadere il suo quesito ma l’unica risposta che sono in grado di darle, giacché per il sottoscritto LoScultore s’identificava in modo stretto con la persona di Federico Bellagente e con tutto il rispetto per il lavoro altrui il futuro di quel locale non rientra nei miei già tanti interessi.
Cordialmente,
Carlos
Solo poche parole,poche righe per far arrivare il mio saluto e il mio pensiero.Un luogo senza più un’anima ,non è più lo stesso luogo.L’anima c’era,e come ogni anima,unica nella sua essenza.
Quell’anima era anche eclettica,istrionica,motore e traino di un concetto e di un progetto che veniva portato costantemente avanti con convinzione,orgoglio,fatica e onestà.Ciao Fede,sei un ‘oste vero,nell’anima.Ti abbraccio.Raffaele.
Che dire di più? Grazie del commento Raffaele.
Io mi ricordo questo e che al di qua dello schermo c’era qualcuno che sapeva sempre dirmi si,che fosse cibo che fosse whiskey.
Torbato,lo sai tanto come piace a me.
Io mi ricordo questo..ciao Fede, ciao Luisa.
“Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla − ora soltanto − per la prima volta.”
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere
Grazie del suo ricordo Francesca.
Una precisazione, che riporterò anche nel post dedicato a suo tempo a quel luogo: Lo Scultore ha riaperto i battenti ma Federico Bellagente e MiB nulla hanno a che vedere con la nuova gestione. Questo non è certamente un giudizio, positivo o negativo che sia, ma semplice informazione.