Punteggi in centesimi e forchette, scala e simboli utilizzati per questa guida – da 90 a 100/100 tre forchette, due da 80 a 89/100, una da 75 a 79/100 – che con quella dell’Espresso costituisce, a mio avviso, il binomio di riferimento per la nostra provincia. Più categorie poi, che aiutano a meglio definire il locale: oltre alla ristorazione “classica” che si avvale del sistema di votazione sopra descritto, ci sono le trattorie, segnalate per qualità crescente con i “gamberi”, i wine bar e le pizzerie, “new entry” della guida. Per chi si fosse perso la vicenda, l’esclusione di quelle napoletane tra le migliori ha innescato la rivolta dei pizzaioli partenopei con successivo, e poco felice, dietrofront dei compilatori.
Anche qui massimo punteggio, 89/100, e primo posto al Miramonti l’Altro di Mauro, Daniela Piscini e Philippe Léveillé – massima attenzione a scriverlo ché Philippe tanti anni fa mi ringraziò di essere stato uno dei pochi a preoccuparsi dell’esatta grafia del suo cognome – impegnato ora su un duplice fronte per l’apertura dell’Altro di Hong Kong. A seguire Gambero della famiglia Gavazzi, 88/100, Villa Fiordaliso, 86/100, Villa Feltrinelli 85/100, Esplanade 84/100, Gaudio di Barbariga, Capriccio e Rolly di Manerba 82/100, Due Colombe e Tortuga di Gargnano 81/100, Dispensa Pani e Vini, Al Porto, Rucola e Speranzina 80/100. Tutti i ristoranti prima citati si fregiano delle “due forchette”. In questo gruppo rientravano due locali già segnalati nel precedente post per aver chiuso i battenti dopo l’estate: Ortica di Bedizzole e Quintessenza di Moniga.
Con valori sino a 79/100 e una forchetta troviamo: Artigliere a Brescia, Mongolfiera dei Sodi di Erbusco e Leon d’Oro di Pralboino a 79/100, La Dispensa di San Felice del Benaco a 78/100 Carne e Spirito e Antica Trattoria alle Rose, 77/100, Carlo Magno e Daldosso Salamensa di Montichiari 77/100 , Scarlatto 76/100, Monte Baldo di Limone sul Garda e Kro di Temù 75/100. Chiudono, breve segnalazione senza punteggio riportato, Castello Malvezzi, Il Lorenzaccio, tutti a Brescia e Aquariva di Padenghe.
Il Gambero, oltre ai locali definiti come “ristoranti”, segnala con appositi simboli e relativa graduatoria altre tre categorie: le Trattorie – da uno a tre gamberi -, i Wine Bar – da una a tre bottiglie, e le Pizzerie – nuova proposta da uno a tre Spicchi -. Questa divisione mi lascia in qualche caso un poco perplesso, specie in casi “borderline ” tra ristorante, trattoria e wine bar. Torniamo al concreto dicendo che della quindicina circa, di trattorie che in tutto il territorio nazionale conquistano i tre Gamberi, ben due sono bresciane: Madia di Brione e Villetta di Palazzolo, con modalità affatto diverse di celebrare tradizione e territorio. Con due Gamberi abbiamo poi Pegaso a Soprazzocco di Gavardo, basti dire che il patronne è Adriano Liloni, il fondatore dei Sovversivi del Gusto, l’Osteria dei Tre Cantù di Serle , Suer & Garbino (anche su Mib)a Moniga- locali ben più distanti e imparagonabili che i primi due – e Antico Mulino a Rovato . Con un Gambero La Grotta a Brescia, Da Giusy a Ponte di Legno e L’Osteria dell’Orologio a Salò. Per i Wine Bar a due Bottiglie il Gusto di Manerba, filiazione del Capriccio, Il Vecchio Larry di Pontoglio e Il Volto d’Iseo. Unica, ma con due Spicchi, La Cascina dei Sapori a Rezzato per la categoria pizzerie, il testo che accompagna questo locale informa essere l’unico in Lombardia a proporre la pizza certificata STG – Specialità Tradizionale Garantita -.
Visitando i siti mi capita con una certa frequenza di chiedermi in che modo siano “vissuti” dalle realtà che dovrebbero far conoscere, dalle persone che attraverso gli stessi dovrebbero comunicare idee, impostazioni, filosofia, scelte. Non ultimo mi chiedo, con il massimo rispetto, quali sono i concetti che muovono chi li realizza. Trovo siti mai o raramente aggiornati, testi difficilmente leggibili per scelta di font e colore, grafiche datate, assenza delle informazioni fondamentali… Piuttosto chiuderli, ripiegare su altre modalità, perché così sono più dannosi che utili.
Solito impagabile e competente servizio di sintesi delle valutazioni dei locali bresciani da parte delle guide del settore con chiosa conclusiva alla quale mi unisco nella speranza che ribadire il concetto serva ad attualizzare le modalità comunicative delle realtà del settore enogastronomico
Se vuoi offrirmi un aperitivo smentiamo “l’impagabile”… Battutacce a parte, grazie per il commento, da quanto sinora letto, e pur con qualche limite, quella del Gambero anche per quest’anno mi pare, per la nostra provincia, una, se non la più, delle guide affidabili. Non entro nel singolo caso che non è scopo del post ma vedo che hai colto il senso della mia “nota” a fine testo.
Dal 01 Gennaio ha chiuso i battenti anche l’Artigliere di Davide Botta in Via del Santellone. Brescia perde un altro tassello della sua ristorazione storica: Davide dovrebbe riaprire la sua Trattoria l’Artigliere nella provincia veronese, ad Isola della Scala, annettendovi una locanda. MadeinBrescia non può che inviargli un grande saluto e un grande abbraccio.