Niente voti per questa guida attenta a un patrimonio forse unico al mondo, e come tutte le cose uniche minacciato dall’omologazione, dalla fretta, da priorità lontanissime al suo spirito. Niente voti, per alcuni versi una boccata d’ossigeno per chi è stanco di classifiche e primati. Una serie di simboli tra cui spicca la chiocciolina, naturalmente assegnata a quelle trattorie, osterie, particolarmente in linea con la “filosofia” Slow Food. Non è impresa facile nel bresciano, non credo lo sia particolarmente in altre province, i tempi son quel che sono, grandi ricambi non si vedono, specie, mia personale impressione, nel centro cittadino che ben si presterebbe, almeno idealmente, ad ospitare locali che fan venire voglia di visitarlo, di fermarsi. Mi ripeto: uno c’era ma pochi se ne sono accorti, pazienza.
S’inizia alla grande, con Chiocciola, simbolo del “Buon formaggio” e bottiglia: è la Dispensa Pani e Vini di Vittorio Fusari – Torbiato di Adro – o meglio è una delle componenti di questo poliedrico locale, riportato in effetti da tutte le guide consultate. Identici trofei per Le Frise di Artogne, beh se qui mancassero i formaggi… E arriviamo, alfabeticamente, al capoluogo con La Grotta, formaggi e vini, l’Osteria al Bianchi, chiocciolina e vini, e ne usciamo – sì solo due locali per la nostra Brescia, poco consolante bilancio – per salire alla Madia di Brione, triade completa, locale che sfugge a facili etichette e – lo si capisce? – tra i miei prediletti. Capriano del Colle, Fenili Belasi per l’esattezza, ospita l’Antica Trattoria la Pergolina – poco distante il microbirrificio dei F.lli Trami -.
Una sorta di guida nella guida ospita “Acque dolci di Lombardia” sezione dedicata al pesce di acqua dolce, patrimonio nel patrimonio, giusto per insistere, che valorizzato e protetto creerebbe posti di lavoro, attirerebbe un turismo rispettoso, in cerca di natura, tradizioni secolari, inventiva. Giusto ricordare due recenti iniziative Slow Food come il Presidio della Sardina essiccata del Lago d’Iseo e quello del Carpione del Lago di Garda. Qui sono riportate la Trattoria del Muliner di Clusane, bottiglia, la Locanda al Lago di Monte Isola, il Pace di Sirmione. Permettetemi una piccola fuga sulla sponda bergamasca del Sebino per il segnalato Zù: vale per il luogo e per il ricordo di una zuppa di pesce di lago dalla bella consistenza.
Si passa in Val Camonica, Edolo, con l’Hostaria la Corte di Bacco, novità, e La Cantina di Esine ormai un punto di riferimento per il “mangiar camuno“. Scendiamo sino a Gussago per l’Osteria dell’Angelo e poi a Iseo per il Melone. Appuntamento immancabile poi quello dell’Osteria della Villetta, formaggio e bottiglia, a Palazzolo. Si prosegue sino all’Antica Locanda del Contrabbandiere a Pozzolengo fraz. Martelosio, bottiglia, si vira verso il Benaco con l’Osteria di Mezzo a Salò, si ritorna verso Brescia, come direzione, per il Castello di Serle, bottiglia dovuta al sommelier Emilio Zanola. Poi Cacciatore a Sulzano, La Miniera a Tignale – mi manca lo ammetto -, Agriturismo del Gusto a Toscolano Maderno, Lamarta a Treviso Bresciano. A chiudere, nei “fuori quota”, un poco al di sopra del prezzo medio “Slow” ma vicina come idee, l’Antica Trattoria alle Rose di Salò.
Pochi in un certo senso i locali presenti, specie se rapportati alla ricchezza e alla varietà dei prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento bresciano. Verranno momenti migliori?