Contemporaneamente alla sua nascita, avvenuta nel 1993, il Movimento Turismo del Vino ha ideato un accadimento che fosse sorta di compendio, di riassunto dei suoi obiettivi principali, la giornata delle Cantine Aperte che da 21 anni si tiene nell’ultima domenica di maggio. Promozione della cultura del vino e dei movimenti turistici nelle regioni a maggiore impronta vitivinicola sono i tratti principali di questa giornata, dico questa perché impegni vari hanno di giorno in giorno spostato questo mio scrivere sino a farlo coincidere con l’evento stesso. Più che indicarvi delle strade, sono da sempre per l’esercizio del libero arbitrio, vorrei segnalare due realtà, ritenute per diverse motivi minori, che da qualche tempo animano il mondo del vino bresciano. Diversissime tra loro meritano a mio avviso un poco della nostra attenzione, visto che di Franciacorta e di Lugana abbiamo innumerevoli esperti, Capriano del Colle e San Martino della Battaglia i loro nomi.
A rappresentare la prima, solo a titolo d’informazione cito l’inizio dell’iter che dovrebbe portare questa DOC all’utilizzo del termine Montenetto come il Consorzio che la tutela, ben 5 aziende: Az. Agricola Lazzari, Cantina San Michele, Az. Agricola Tenuta La Vigna, , Az. Agricola San Bernardo e Soc. Agricola Pratum Collere. Alcune parole per quelle che conosco di più, essendomene già occupato su queste pagine o nella mia rubrica Sapori Bresciani, appuntamento del Venerdì sulle pagine locali del Corriere della Sera. Iniziamo dai Lazzari, freschi di riconoscimenti, risale a una decina di giorni fa la Medaglia d’Argento al concorso mondiale di Bruxelles 2013 ottenuta dalla Riserva degli Angeli, Capriano del Colle Rosso Riserva, e il Diploma di Merito alla selezione internazionale Vini da Pesce di Ancona per il Fausto 2012, Capriano del Colle Bianco. Da segnalare all’inizio dell’anno in corso l’esordio di Bastian Contrario, Capriano del Colle DOC Bianco Superiore, da uve Trebbiano in purezza raccolte in vendemmia tardiva (anche a pieno regime per scelta aziendale saranno sempre proposte solo 999 bottiglie). Della Cantina San Michele sono recenti i miei assaggi al Vinitaly con più di una piacevole sorpresa insieme ad una pari conferma. Segnalo tra le sorprese il Corso, vino bianco da un uvaggio che comprende Chardonnay, Incrocio Manzoni, Sauvignon e Trebbiano, e il Canto, Capriano del Colle DOC Rosso, da Marzemino, Merlot e Sangiovese. Grande conferma l’M 2009 da uve Marzemino in purezza appassite su graticci sino a Gennaio 2010. Mi aveva stupito il suo esordio e non posso che confermarlo ora: naso di grande fascino a cui il tempo ha regalato eleganza e complessità (questo vino ha conquistato il podio nella categoria miglior vino dolce al concorso Autoctoni che passione! Bolzano 2012). Recentissima poi la Medaglia d’Argento al Concours Mondial du Merlot 2013 a Sierre (Svizzera) con il Merlot Nubes 2011. Parliamo ancora di Marzemino, vitigno presente sul Monte Netto sin dal 1400 come testimonia Agostino Gallo nelle sue Le dieci giornate della vera agricoltura, per introdurre La Vigna, azienda agricola che annovera tra i suoi vini il Lamettino, dove quest’uva in purezza regala sentori di frutta e fiori rossi di grande impatto. Dalle sue vinacce le Distillerie Peroni, che partecipano all’odierna edizione di Cantine Aperte, ricavano per La Vigna una grappa assolutamente interessante.
L’incontro con Luca Formentini, attuale presidente del Consorzio per la Tutela del Lugana e titolare di Selva Capuzza, mi ha fatto ritrovare un vino dalle vicende complesse e curiose. I miei ricordi a tale proposito risalgono praticamente all’infanzia, quando decenne accompagnavo mio padre in qualche gita estiva nella zona attorno a San Martino della Battaglia, un cui lui si concedeva l’assaggio dell’allora Tocai locale. Poi l’avvento del Lugana, le mode, la non facilità dell’uva che ha buccia sottile, bassa acidità e breve curva di maturazione, nonché come atto finale la decisione della comunità europea che ha vietato l’uso del nome Tocai per interferenze con l’ungherese Tokaji, hanno portato all’oblio quella che era una tradizione del territorio. Come detto in un breve articolo pubblicato sul Corsera Brescia dopo il Vinitaly, è stato davvero bello scoprire un insieme di aziende decise a far rinascere un vino che merita un suo posto nel panorama delle produzioni locali. Di queste aziende, alcune delle quali ne propongono la versione da uve passite, saranno presenti la già citata Selva Capuzza, Campo al Soglio e Lume i suoi vini, Az. Agricola Cobue, un San Martino base e una selezione, il Monte Olivi, Az. Agricola Citari. Doveroso, a mio avviso, la citazione delle Cantine Scarpari, le sole della denominazione Botticino presenti alla rassegna, ma anche di questo parlo nel pezzo sopra linkato.
Naturalmente i percorsi e gli spunti sono molteplici, oltre una trentina le aziende bresciane che apriranno le loro porte ai visitatori tra Franciacorta, Garda Classico e Lugana oltre a Capriano del Colle. L’elenco completo delle cantine partecipanti nella nostra provincia sul sito del Movimento.
L’immagine riportata proviene dal sito del Movimento Turismo del Vino