Ormai tradizione il post dedicato all’annuale Raduno dei Sovversivi del Gusto. Siamo arrivati all’ottava edizione e, quasi inevitabilmente, s’insinua non voluto il timore d’imbattersi in qualcosa di bello, d’interessante ma, ecco il dramma, di già visto, già sentito. Fughiamo subito ogni dubbio, complice la nuova ubicazione presso l’Agriturismo La Filanda a Manerba del Garda, alcuni spazi più raccolti che hanno permesso, forse con maggiore efficacia, di scambiare opinioni, di ascoltare pareri, un Adriano Liloni instancabile come sempre ma con maggiore misura a rendere pubblica una dimensione che alcuni, ma non tutti, sanno appartenergli, quest’incontro ha per me mostrato altri volti dei Sovversivi.
Certo, nuovi produttori erano presenti, di buon valore come sempre, ma era, mia personalissima sensazione, l’insieme che senza cedere nei sorrisi, nella vitalità e in quel pizzico di goliardia, mostrava come questo sia uno dei patrimoni del nostro paese che non possiamo perdere, che non dobbiamo svendere. Un tratto talmente nostro, fatto di persone che, non mi stancherò di scriverlo, offrono nonostante mille difficoltà, quasi infiniti paletti, cibi, sapori, sensazioni pressoché ineguagliabili. Così oggi sono rammaricato di non essere riuscito, volontariamente attratto da parole e discorsi, ad assaggiare più d’una novità o rinfrescare note e sapori nella mia affollata e ormai provata memoria.
Devo coerentemente evitare che questo mio post diventi una sorta di elenco, pur splendido, di salumi, vini, oli, formaggi, pane e prodotti da forno, marmellate e conserve, succhi e paste, per ribadire, a costo di nausearvi che sta in voi, in tutti noi far sì che queste bellezze – non è un refuso – non solo ci accompagnino a lungo, ma crescano, si moltiplichino, siano freno e ostacolo al dilagare di tanto cibo omologato, costruito a tavolino, privato della sua anima, della sua identità. Ha tono tra l’accorato e il rabbioso il mio dire, perché oltre al convincimento razionale, culturale c’è la passione che viene accesa da sapori assolutamente unici, davvero distanti da quelli confezionati quasi unicamente per ragioni economiche, come qualsiasi altro prodotto, siano essi bulloni o sneaker, smartphone o magliette.
Cibo con elenchi sorprendentemente lunghi d’ingredienti, tra i quali abbondano, in ogni senso, coloranti, conservanti, antischiuma, emulsionanti, gelificanti, aromi e i mille nomi di una tecnologia vittima di sé stessa. Allora quei pani, quei salumi, i formaggi, i vini, l’olio Sovversivo acquistano altri valori, altro senso, stanno anche a dire che un’altra cultura del cibo è possibile, oggi, qui. Ed è cultura che crea unione, condivisione, che porta il piacere di stare insieme senza ombra di settarismi: l’accoglienza, un senso di familiarità ne sono tratti distintivi.
Compratevi uno dei libri dei Sovversivi del Gusto, sfogliatelo, visitate il loro blog che vorrei sempre più ricco ed aggiornato – magari con un link a MadeinBrescia – il loro gruppo su facebook. Chiamateli, fatevi dire perché operano in quel modo, sentite i singoli produttori, condividete il loro impegno quotidiano, fate delle scelte, precise, nette che possono costare sì fatica ma che vi ricompenseranno in millanta modi. E il prossimo anno venite, prendetevi un giorno di vacanza, ne vale la pena.
Legenda, dall’alto in basso: Teresa Giacobbe della Macelleria Giacobbe, un mefistofelico Daniele Gentile per Corte Fusia, l’immancabile Daniele Marziale fornaio anarchico, la piada di Fresco Piada e i pani del forno Grazioli.
Caro Carlos,
E’ sempre un vero piacere rivederti come leggere l’eleganza emozionale delle tue parole.
Grazie davvero di essere venuto a passare del tempo assieme a tutti noi.
Paolo
Gentilissimo, mio intento, per nulla celato, era proprio quello di trasmettere emozioni capaci di contagiare ed incuriosire. Se almeno in piccola parte ci sono riuscito, le tue parole paiono dirlo, ne sono davvero felice.
Io non ero mai stata al raduno e sono felice di aver partecipato a questa edizione. Ho assaggiato (e portato a casa!) tanti buoni prodotti e conosciuto persone appassionate, convinte e perché no… “spassose”! Ciao Carlos!
Credo sia questo uno dei «non» segreti dei Sovversivi del Gusto, il rapporto stretto, simbiontico tra produttore e prodotto, l’avvertire la sotterranea relazione, tuttavia non nascosta o celata, tra quello che fai e quello che sei. Assaporare un loro prodotto diventa piacere totale dopo averli conosciuti, dopo aver capito, anche a grandi linee, quanto riversino su ogni singolo pane, su ogni singola bottiglia d’olio o di vino…
Ciao Arianna!
Caro Carlos, grazie ancora per essere stato insieme a noi domenica e per le parole che hai scritto. Come sai dallo scorso anno i Sovversivi del Gusto sono anche un’Associazione Culturale, con la quale ci diamo da fare per trasmettere attraverso le nostre attività ed i nostri eventi quei valori che tu hai sottolineato così bene. È per questo che sono felice che, in quello che hai scritto, i racconti che questi produttori e artigiani del gusto hanno portato a Manerba – le storie e i percorsi delle loro scelte di vita e di lavoro – abbiano avuto la prevalenza sulla bontà dei loro prodotti, e sono felice se il nostro incontro ha permesso di far emergere questo aspetto.