«Sono concrete, sotto gli occhi di tutti, le difficoltà della ristorazione italiana, che paga – né più né meno di altre componenti… – gli effetti di una crisi che ha tagliato drasticamente le capacità e la volontà di spesa degli italiani.» Inizia così, dal mio punto di vista con una dose di sano pragmatismo, l’introduzione ai Ristoranti d’Italia 2014 dell’Espresso, diretta da Enzo Vizzari. Eppure… «Eppure i prodotti dell’agroalimentare marcati Italia sono ovunque talmente apprezzati che anche il volume di quelli contraffatti continua a crescere…» Continua poi lo scritto con un riconoscimento importante: «oggi nel mondo la cucina italiana , anzi la “nuova cucina italiana” … è rispettata e ricercata». Il termine protetto da copyright di «nuova cucina italiana» è illustrato da un decalogo che alterna voci assolutamente valide, ad altre che sanno un poco di già sentito o sulle quali ho, personalissime, idee diverse. Un esempio? Ritengo che le consistenze siano una componente importante del cibo e la loro alternanza possa arricchire un piatto. L’introduzione però dice una cosa verissima sulla quale concordo appieno «Gli altri paesi… hanno sostenuto e promosso in ogni modo i propri cuochi, i prodotti e il turismo che ne consegue. Tutti tranne l’Italia, che viceversa mai come ora dovrebbe concentrare impegno e investimenti nella risorsa “turismo”, della quale l’enogastronomia è componente essenziale» Applauso, in barba a quelli che snobbano la cosa dicendo che non è certo così che risolleveremo la nostra economia (e allora continuiamo a farci del male ignorando questa, certo parziale, possibilità).
Anche qui utilizziamo l’ordine per località, precisando che i voti, novità di questa edizione, iniziano da 14 ventesimi «… cucina interessante nella sua tipologia». Primo località presente Bagnolo Mella con Sirani, segue Barbariga con i 14,5 ventesimi del Gaudio. Per Brescia Carne e Spirito, La Bottega di Vittorio, Lanzani, l’Officina Cucina a 15,5 ventesimi, Piazzetta a 15, Rigoletto. Seguono senza alcuna nota (modalità che sinceramente non capisco) Agerolese, Canton del Vescovo, La Trattoria 1960, Taverna del Moretto, G.A. Porteri. A Brione La Madia, a Calvisano il Gambero con 16,5 ventesimi, Da Nadia a Castrezzato 15, Carlo Magno a Collebeato 15,5 ventesimi, Miramonti l’Altro, anche per l’Espresso al vertice con 17,5 ventesimi a Concesio. Si prosegue con il Due Colombe con 15,5 a Corte Franca ed è riportata l’Albereta di Erbusco con 15,5 anche se con il 31 Dicembre Gualtiero Marchesi lascerà il locale (nota posta in testa alla recensione). Sempre ad Erbusco la Mongolfiera dei Sodi. A Gardone Riviera troviamo Villa Fiordaliso, 17 ventesimi, La Grande Limonaia 14,5 ventesimi, Tortuga e Villa Feltrinelli sempre a 17 ventesimi. Poi Gavardo con Osteria Capoborgo, 14,5 ventesimi, Rosa ad Iseo. Manerba del Garda può contare sul Dalie e Fagioli, Capriccio a 16 ventesimi, Rolly a 14 ventesimi. Ancora presente lo Zafferano che ha da poco chiuso i battenti. Seguono Moniga del Garda con Al Porto , 15 ventesimi, Padenghe sul Garda con Aquariva, 14,5 ventesimi, Palazzolo sull’Oglio, Osteria della Villetta, 14 ventesimi. Novità il San Marco a Ponte di Legno. A Pralboino il Leon d’Oro con 15,5 ventesimi e come novità a Rezzato la Cascina dei Sapori. A Salò troviamo l’Antica Trattoria alle Rose, 14,5 ventesimi e Osteria dell’Orologio, a San Felice del Benaco La Dispensa con 14,5 ventesimi. A Sirmione Rucola e Speranzina, entrambi a 15 ventesimi. Si chiude con Sulzano, A Filo d’Acqua di cui viene segnalato il cambio di gestione, 14 ventesimi, e come novità la Trattoria il Cacciatore e a Torbiato di Adro la Dispensa Pani e Vini a 16 ventesimi.