Quell’anno, 2016, avevo suggerito due autori per le presentazioni di libri con tematiche di mia competenza presso la Nuova Libreria Rinascita. Il primo Valerio Massimo Visintin con Cuochi sull’orlo di una crisi di nervi, libro discusso, amato od odiato, ma di buon successo. Il secondo Leonardo Lucarelli con Carne Trita. L’educazione di un cuoco. Visintin venne felicemente dirottato alla penultima edizione di Librixia, dove fummo, c’ero ancora io, confortati da un altrettanto buona presenza di pubblico che apprezzò, manifestandolo, la verve dell’autore e le sue taglienti battute attorno al mondo della ristorazione italiana e dei suoi presunti critici.
Lucarelli non ebbe altrettanta fortuna, se così è possibile definirla e nonostante l’attesa protratta ai limiti della decenza ci ritrovammo in quattro a dialogare. Uno in più dei tre briganti (per tacere dei somari) sulla strada longa longa di Girgenti… Leonardo Lucarelli, il sottoscritto, due persone come pubblico (non includo per pudore la compagna di Leonardo). Mentre cercavo di fare qualche domanda sottraendola all’imbarazzo e allo sconforto, pessimo viatico per suscitare lampi di genialità e sottigliezza, mi guardavo attorno chiedendomi perché mai solo due persone fossero interessate a sufficienza per dedicare circa un’ora del loro tempo a un tema di così stringente attualità.
E una di quelle due persone, l’altra un ragazzo giovane con la balzana idea di fare… Il cuoco, era Roberto Gozzini, nome che a molti può non dire granché ma che a me suona come Le Maschere, una delle avventure di Vittorio Fusari: lui in cucina, indelebile nella memoria il suo Piccione laccato con tortino di riso e interiora, Roberto in sala, tutto concepito perché l’attenzione fosse rivolta pressoché unicamente al piatto. Non eravamo pronti e probabilmente non lo siamo neppure ora, ça va sans dire che a me piaceva moltissimo…
Eppure, eppure si sprecavano e si sprecano trasmissioni, recensioni su appositi portali, spettacoli, show cooking, kermesse e via via sciorinando il vocabolario del cibo up to date. Non è certo stata colpa dell’argomento, almeno questa l’impressione, quanto le modalità di espressione e, forse, l’assenza di una star. Qui protagonisti erano un autore e il suo libro, figure un poco obsolete se non confortate dal megafono dei media, peccato che paragonate alle precedenti esperienze di Leonardo – non è colpevole e inopportuna familiarità ma reciproco piacere – e alla luce di quelle che sono seguite, la nostra città ha brillato per indifferenza.
E quando mi si fanno notare in serrata sequenza il giorno, il luogo, l’ora, la presenza di macchie solari… Giocoforza mi balza in mente quella serata, diverso il giorno, il luogo, l’ora e presumibilmente la presenza di macchie solari, in cui ben sei persone assistettero alla presentazione della Cucina bresciana di Marino Marini. C’è la recidiva signore e signori, non aggiungete altro.
Ieri, domenica 15 ottobre, Carne Trita di Leonardo Lucarelli si è aggiudicato, ex aequo con Il Potere della Cucina di Francesco Antinucci, 12° Premio Bancarella della Cucina 2017 ed io accanto a un sincero piacere per questa vittoria non ho potuto che riandare con la memoria a quel tardo pomeriggio, senza neppure la consolazione di poter citare un nemo propheta in patria.
Mi resta la solo possibilità di consigliarne la lettura, non ho provvigioni in merito, Carne Trita è racconto schietto, poco o nulla compiaciuto, capace di affrontare temi sui quali poco e malvolentieri si parla ma allo stesso tempo di dare voce ai motivi che portano una persona ad imbarcarsi in un mestiere duro, sfibrante, lontano millanta miglia dagli edulcorati racconti televisivi. Io ne ho già utilizzato alcuni passaggi e credo sia chiusa accettabile lasciarvi così:
«Il cibo merita rispetto. Il cibo è il tuo amico e il tuo strumento, il cibo non dice bugie. Se sai cucinare bene va tutto bene, una sola notte da cuoco è più sanificatrice di qualsiasi prete, psichiatra o aspirina. Cucino perché dicono che so farlo e perché nel tempo ho perduto la fantasia necessaria per inventare belle bugie. … Vi siete mai guardati in faccia per chiedervi se vale la pena o no fare la vita che fate? Anch’io, certo, ma in fondo non è questa la questione.»
Le immagini provengono dalla presentazione del libro presso La Nuova Rinascita, dal web e dal sito del Premio Bancarella Cucina. Sempre a disposizione per qualsivoglia richiesta.