Una nuova vita per i Pèrsech dè Cobiàt

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Non è sempre impresa facile mantenere in vita una tradizione, un elemento che conferisce identità a un luogo, a un territorio, basti pensare a come rapidamente cambi il mercato, sempre più globale,  i gusti delle persone, l’attenzione per la nostra stessa storia. Così è per la Festa della Pesca la cui prima edizione con lo specifico nome è del 1940, coinvolge l’intero paese di Collebeato e ha come punto focale gli spazi della cascina ex Sorelli, come si apprende leggendo le prime pagine del libro PÈRSECH DE COBIÀT – Il frutto della pesca nella storia di Collebeato edito nel 1996 a cura di Marcello Zane e grazie all’impegno dell’Amministrazione e della Pro Loco della località bresciana.

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Seguono le edizioni del ’41 e del ’42, le ultime prima del secondo conflito mondiale, e si riprende nel luglio del ’48.  La Festa delle pesche accompagna la crescita e il successivo declino della produzione, venendo ripristinata, in un contesto che cerca di recuperare le tradizioni locali nel 1984, giungendo con l’attuale edizione, dal 6 al 15 luglio 2018, al suo 35° appuntamento.  Visitando la 28a edizione, siamo nel 2011, avevo di getto dedicato un post a quella che mi era parsa l’ennesima festa poco caratterizzata, già il titolo scelto era esemplificativo Quando il protagonista appare latitante, anche se specificavo di avere tratto queste sensazioni in una serata interlocutoria e non nei momenti più caratterizzanti dell’evento.

Negli ultimi anni pare di assistere a una ripresa nell’attenzione di alcune aziende agricole del territorio nei confronti di questo frutto che deve la sua diffusione in questa parte della provincia – si creerà una sorta di triangolo delle pesche con i comuni di Villa Carcina e Concesio accanto a quello di Collebeato – a un imprenditore e possidente bresciano: Il cavalier Filippo Rovetta. Nel 1919 inizia ad importare una varietà canadese di pesche dando origine a un primo pescheto sperimentale a cui fanno seguito altri e pochi anni dopo anche alcuni terreni di proprietà degli Spedali Civili. Chi fosse interessato a conoscere nei dettagli l’intera vicenda può trovarla se non nella citata edizione cartacea, a quanto riportato nel documento disponibile in rete dal titolo La più bella pesca mai prodotta al mondo proposto dalla Rivista di Storia dell’Agricoltura nel sito dell’Accademia dei Georgofili.

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In quest’edizione accanto a un tema sociale di grande attualità e valenza come ormai costume dell’evento, nello specifico quello della violenza sulle donne, che vede più iniziative collegate, e ai tanti singoli eventi destinati ad attrarre e coinvolgere quanto più possibile cittadinanza e visitatori esterni – l’intero programma è disponibile nelle – pagine del sito della Pro Loco– la pesca alza il capo, cercando di essere nuovamente il collante, il motivo trasversale che unisce le non poche giornate di questa manifestazione. Così accanto a momenti ormai irrinunciabili come la Gara della Miglior Pesca, domenica 15 alle 10.00 presso Palazzo Martinengo, la Gara del miglior Dolce alla Pesca, sempre domenica ma alle 16.00 presso la sede Auser di via Daletto,  lo Sradicamento della Pianta di Pesco il giorno precedente alle 16.00 presso l’azienda agricola Pedrini e la successiva sfilata del carro delle pesche partendo dall’azienda stessa, ci sarà accanto alla vendita durante l’intera  festa del frutto fresco, quella della Confettura extra di Pesche di Collebeato, o meglio dei Persèch dè Cobiàt, con i frutti delle aziende agricole Pedrini e Le Campane ed elaborata dall’iseana azienda agricola Forest.

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Un piccolo segno forse, ma indubbiamente in una direzione che vuole riportare tra i protagonisti quello che ha dato l’inizio al tutto, direzione quasi obbligatoria in un momento in cui l’attrattività di un luogo passa obbligatoriamente anche dai suoi prodotti, dalla sua enogastronomia, dato ormai inconfutabile e sorretto da più analisi. Direzione che potrebbe arricchirsi di altre proposte, ridando vita a un liquore alla pesca, magari di bassa gradazione e ampi profumi, alla celeberrima Persicata, a un dolce a base del frutto protagonista che sia sintesi ed espressione delle tante ricette esistenti. E cosa dire di una birra dedicata, con l’inserimento in cotta di deliziose pesche?

La prima e la quarta immagine sono tratte dal sito o dalla pagina FB della Pro Loco di Collebeato: un grazie all’istituzione nella persona di Corrado Ballini per avermi messo a disposizione vario materiale a proposito. 

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