Non ho cambiato l’argomento principale di questo blog, come potrebbe far pensare l’immagine della sorridente signora in primo piano. Lei è Maria Grazia Marinelli dell’Azienda Beccalossi, da una settimana e per la terza volta riconfermata presidente del Consorzio Vini Montenetto. Con lei a formare il consiglio di amministrazione, in carica per tre anni, due vicepresidenti, Mario Danesi dell’Azienda San Michele Vini e Davide Lazzari dell’azienda Lazzari – Capriano del Colle, e i consiglieri Anna Botti dell’azienda Tenuta la Vigna, Gianangelo Gregorio della Cantina Gregorio, Paolo Rinaldi dell’azienda Rinaldi, Pietro Podestà dell’omonima azienda.
Correva l’anno 2011, gennaio del 2011, MadeinBrescia era ancora un lattante di sette mesi quando inauguravo il mio rapporto con quella denominazione e i suoi protagonisti. Fu la famiglia Lazzari a dare, bontà del nome, il LA alla mia frequentazione del Montenetto, seguirono altri post, dall’Ambiguo fascino dei ricordi, dedicato all’amato odiato Clinto, vino non vino che per anni ha perseguitato quel territorio identificandosi con lo stesso nella memoria di non pochi bresciani, al singolare Otten – anagramma di Netto – della Cantina San Michele, sino al sentito ricordo di una delle figure più volute e partecipi del Consorzio: Ivan Bertolotti. Come altri pezzi sulla pagine del dorso bresciano del Corriere della Sera. Non posso quindi nascondere l’attenzione, l’affetto che riservo, che ho, nei confronti di una piccola denominazione che nel giro di pochi anni ha saputo farsi conoscere ed apprezzare, uscendo dai confini del triangolo Capriano del Colle, Flero, Poncarale.
Attenzione però, che questa attenzione, questo affetto, non sono soltanto emozioni, quanto il riconoscimento di una capacità di essere effettivamente unione di produttori, di perseguire scopi ben precisi, precise direzioni. Innanzitutto la volontà di far conoscere nel miglior modo i propri vini, di creare un’immagine coerente utilizzando il rilievo del Montenetto come luogo e simbolo al tempo stesso, dotato di precise caratteristiche a livello di composizione del terreno, di biodiversità. Marzemino il vitigno che lo identifica tra quelli a bacca rossa, il Trebbiano di Lugana o Turbiana quello a bacca bianca, ne nascono vini descritti dal relativo Disciplinare che riporta naturalmente l’attuale denominazione della DOC, ossia quella di Capriano del Colle. E «l’obiettivo principale del prossimo triennio è quello di concludere il percorso verso la costituzione della DOC Montenetto» come afferma la presidente Marinelli, «Un passo indispensabile per migliorare la comunicazione territoriale e riunire le tre cittadine della denominazione (Capriano del Colle, Poncarale e Flero) sotto un’unica bandiera. La presenza del Parco Agricolo Regionale del Montenetto, infatti, certifica la vocazione vinicola di un territorio che oggi può vantare di essere una delle denominazioni di riferimento per la viticoltura bresciana».
Senza trascurare nel frattempo quell’opera di valorizzazione e diffusione che da anni il Consorzio persegue attraverso iniziative come, durante il 2019, l’organizzazione di un Corso degustazione vini itinerante nelle cantine del Montenetto, la partecipazione alla Festa dell’Uva e del Vino di Capriano del Colle, a rassegne come Fermento Milano, Milano Wine Week o The Best in Lombardy, l’organizzazione di eventi sulla traccia di Montenetto in bianco e rosso… Come sempre ci vorrebbe più coraggio e curiosità da parte della ristorazione bresciana per far conoscere a più persone queste realtà, piccole per estensione ma grandi come potenzialità ed entusiasmo.
Le immagini sono cortesia del Consorzio Montenetto.