Reciproca influenza o azione e reazione di persone, fatti, fenomeni, sostanze.

Venerdì, ore 17:30 circa, Augusto Valzelli chef de La Porta Antica in Brescia ha già disposto gli strumenti per realizzare il piatto che accompagnerà la serata dedicata alla Valtrompia: Tortelli di carne, spuma alla formaggella valtrumplina, miele, bottarga di coregone. Un incidente accaduto poco prima dell’evento, spiacevole ma senza gravi conseguenze, ci priva di una figura importante di Turismo Brescia, io arrivo stravolto da questo per me impietoso agosto, manca il miele… Manca un dettaglio che rende il piatto monco, privo di una componente che deve bilanciarne altre, dare alla ricetta il giusto equilibrio, le volute sensazioni. Ancora un ostacolo in questi un poco travagliati momenti.

Poi, un tassello alla volta, il quadro si ricompone, anzi si arricchisce inaspettatamente. Una telefonata a Stefania Reali, Cosa tiene accese le stelle, azienda che questo autunno riprenderà il suo percorso dopo l’incendio che l’ha di fatto distrutta – nei muri non certo nello spirito – ormai ai piedi del Castello e la prima buona notizia: «Stefania, per caso quel miele di cui parlavi?», «Sì certo, l’ho con me, un millefiori di montagna con una nota caratterizzante data dalla fioritura del castagno…». Il vasetto è ora nelle mani di Augusto: «Perfetto, anche quella lieve nota amaricante che desideravo…». La fonduta che diventerà spuma è pronta, base una formaggella valtrumplina affinata in miniera, esperimento e vanto di Formaggi Trevalli Zanini, storici stagionatori in quel di San Colombano. L’ha procurata Chiara Zanini, presente in rappresentanza del Consorzio di Tutela del Nostrano Valtrompia DOP e del suo presidente Mauro Beltrami.

Augusto ne ha ulteriormente enfatizzato alcuni sentori tagliandola a pezzetti e affumicandola per pochi minuti con del fumo ottenuto a partire da chicchi di caffè… (ci si chiede poi cosa talvolta differenzi le cucine professionali da quelle, pur buone, di talune nostre case). Si avvicina Chiara: «Naturalmente avrai il burro, se vuoi però ne ho portato un panetto anch’io, è un burro di malga dell’Alpeggio Vaia…», paiono brillare gli occhi del giovane chef «Allora uso quello, grazie!». Interazioni, un filo invisibile pare legare i protagonisti della serata: il piatto riesce magnificamente, unanimi i giudizi dei presenti. Nei bicchieri un Botticino un poco diverso dal solito, è il Vinum delle Cantine Felice Scarpari «… invecchiato in botti di rovere di Slavonia e successivamente nella Miniere di Pezzaze in Alta Valle Trompia per un periodo che varia da 9 a 12 mesi a temperatura di circa 9°-11°C e con un umidità pari al 95%». Non è suggestione, quel periodo gli ha conferito caratteristiche affatto particolari.

E il Vinum si destreggia anche con due formaggi proposti dal Consorzio e da Formaggi Trevalli Zanini, unico stagionatore tra i produttori che lo compongono. Il primo la formaggella utilizzata per il piatto di Tortelli, il secondo un grande Nostrano Valtrompia d’Alpeggio carico di mesi e profumi, realizzato dall’unico produttore che realizza questa versione, nemmeno 200 forme all’anno nei mesi estivi. Ancora applausi. Ma non è finita, Marco Giavarini della gelateria bresciana Il Giava dopo aver realizzato giovedì un sorbetto al Marzemino del Consorzio Montenetto, ci regala due versioni di un gelato a base Puina di Capra valtrumplina, fresca ricotta caprina della valle: variegata ai fichi caramellati di Alba la prima, al caramello salato la seconda. Le due differenti variegatura estraggono dalla base tono diversi. Altri applausi.
Poi arrivano i protagonisti del progetto Rurapoli: passioni, impegni, studi… Birra e pizza con grano evolutivo. Birrificio Curtense, Claudio Zani, Lorenzo Econimo, Cristian Benaglio… E nella fascia prima descritta doveroso citare l’intervento di Arianna Bonardi, responsabile dell’Ufficio Turismo della Comunità Montanda di Valtrompia, che con la Valle Sabbia ha costituito il Progetto Valli Resilienti realizzato nell’ambito di AttivAree di Fondazione Cariplo.
Persone, realtà, progetti, prodotti… Una provincia bresciana che ha tutte le carte in regola per essere ri-conosciuta, concedetemi questo piccolo gioco con la parola, per accentuare la sua attrattività, per entrare di diritto in quel grande mosaico di unicità che è l’Italia, per essere parte di quei tanti, tantissimi motivi che sono ragione primaria, da rilanciare, sviluppare, comunicare, del ruolo che il nostro paese deve giocare all’interno dei movimenti turistici internazionali. Ma, come sempre accade, i primi a doverne prenderne atto, ad esserne convinti siamo noi: noi bresciani, bergamaschi, cremonesi, mantovani, noi di quella «Lombardia Orientale» che deve fare rete. Oltre le parole.