I simboli non sono inventati; esistono,
appartengono all’alienabile patrimonio dell’umanità
si potrebbe anzi dire che tutti i pensieri e le azioni coscienti
sono la conseguenza inevitabile del processo inconscio
di simbolizzazione, e che la vita dell’uomo è governata dai simboli
Georg Groddeck
Cosa distingue un prodotto artigianale da uno industriale? Le quantità, la costanza, la replicabilità, le modalità di approntamento... L’elenco potrebbe continuare a lungo, preferibile concentrarsi su un aspetto ed esplorarlo. In questo, come in altri casi, è forse il concetto che il prodotto artigianale esprime maggiormente una scelta, l’essere frutto di personalissime esperienze, il riflettere convinzioni e idee, l’essere diretta manifestazione di una o poche persone. Certo, successivamente, ci si deve comunque confrontare con l’unica realtà che decreta se quell’idea, convinzione ed esperienza possa non solo sopravvivere ma evolvere, prosperare: il mercato.
Questa riflessione potrebbe essere in sintesi il racconto di un altro gin bresciano, castenedolese per l’esattezza, quanto meno nell’origine e dimora del suo ideatore, Luca Scaroni, Aro per gli amici, a cui è servita una laurea in ingegneria, l’errare per Asia e Oceania, ai fini di capire che quello per lui importante era il mondo degli odori, dei profumi, dei sapori. In Australia, ad esempio, ha scoperto che non esisteva lo sciroppo di menta e la risposta a lui naturale è stato realizzarlo, entrando così in un microcosmo di sensazioni scaturite dal proprio fare: studia, seleziona, macera, prepara infusioni, assembla, prova, riprova… Siamo, giusto per dare una collocazione temporale, attorno al 2015, i mondi che gl’interessano sono quello europeo, il proprio, e quello asiatico, luogo delle sue prime esperienze, oriente e occidente, levante e ponente, orto e occaso.
L’impianto dei suoi prodotti è questo, concezione squisitamente «italiana», importante l’influenza di una figura come Fulvio Piccinino, e tratti asiatici: non un caso se i suoi Gin hanno come etichetta un Mandala, figura simbolica del buddismo e dell’induismo, cerchio, diagramma, rappresentazione dell’universo e dell’origine del cosmo. Nasce tra il 2018 e l’inizio del 2019 il primo, semplicemente Gin Aro, e un paio di anni dopo il Gin Aro Blu, due Gin all’insegna della piacevolezza, della, specie se usati per realizzare bevande miscelate, beva, con un occhio d’attenzione per il pubblico femminile. Prende così forma La Bottega di Aro.
Nelle botaniche di questo Distilled Compound Gin, la parte europea, oltre al Ginepro ovvia base, è rappresentata da Liquirizia e Rosmarino, quella asiatica da Zenzero, Cardamomo e Cumino, i toni, oltre al duo ginepro e liquirizia, sono prevalentemente speziati, Luca l’aveva identificato con le stagioni più fredde in contrapposizione alle sensazioni maggiormente agrumate, fresche della versione Blu, che maggiormente, nelle intenzioni del loro ideatore, si addicono all’estate: Arancia, Chinotto, Pepe di Timut a sostenerle, ancora il rosmarino con un tocco di Salvia. Oltre al suo caratteristico colore, quel blu garantito dalla presenza del Butterfly Pea Flower di origine Thailandese: ricco di antociani – dal greco antro kyanos, fiore blu – pigmenti colorati diffusi in natura in diversi fiori, frutti… Sensibili al pH della soluzione, l’aggiunta di acqua tonica ne fa virare il colore verso un elegantissimo violetto.
A proposito di acqua tonica, e del conseguente immancabile Gin Tonic, la sua scelta è frutto di tanti assaggi sino a utilizzare, con una veste grafica dedicata, quella prodotta dalla storica, 1947, azienda maceratese Passarelli, di cui ha ottenuto la distribuzione esclusiva per la nostra regione. Anche questo aspetto mostra in modo inequivocabile l’attenzione del nostro per il contenitore, per le grafiche, oltre che per il contenuto, prendono così forma, oltre alle etichette, formati, confezioni, idee che di là dalla loro piacevolezza, evidenziano l’attenzione verso quel mercato di cui si parla all’inizio: preso atto delle tante proposte esistenti, di un canale Horeca inflazionato o quanto meno affollato, s’inventa l’utilizzo di formati mignon come inedite «bomboniere» matrimoniali, incontrando l’approvazione di un buon numero di, si pensa, giovani coppie, nonché la costruzione di confezioni da regalo, dove le bottiglie si abbinano a bicchieri, jigger, barspoon, acqua tonica, spezie per personalizzare ulteriormente le miscele… In un continuo esercizio d’indubbia creatività.
E questa vena si esplica anche nelle immagini, nei video presenti sui social, dove lui stesso è imprevedibile e autoironico testimonial, nei pieghevoli che illustrano, facendo uso anche del fumetto come modalità espressiva, suggestioni d’uso, prodotti… Particolarmente ricca la parte dedicata ai cocktail dedicati: MirtillAro, NegramAro, GinAro fiss, Ginjito… Con un uso accorto e finalmente scanzonato del proprio fare, lontano da quelle braccia incrociate al petto, da quegli sguardi dal fiero cipiglio che troppo spesso connotano Chef e Bartender variamente illuminati. Ma la storia continua…
Le immagini sono cortesia di Luca Scaroni, resto come sempre a disposizione per qualsivoglia commento, attribuzione. Un ringraziamento particolare, ma avremo modo di parlarne, ad Andrea Peri che mi ha fatto conoscere un’altra figura singolare in questo settore.